Musica e listini: discografia poco mossa, Spotify scatta in alto

Quella appena trascorsa, caratterizzata anche da un giorno di chiusura dei mercati negli Stati Uniti per il Thanksgiving Day di giovedì, non è stata una settimana memorabile per i titoli delle aziende appartenenti o facenti indirettamente riferimento all'industria musicale, pur in 5 giorni che hanno visto gli indici europei svettare verso nuovi record.
Le eccezioni?
Segnalerei la 'tranquilla' scalata di Avid, specializzata in video e multimedia, che pur non ambendo a una capitalizzazione di primo piano continua ad apprezzarsi; il colpo di reni di Sony Corporation, che dopo un balzo in avanti grazie alla nuova Playstation pareva volere tirare il fiato, e invece...; e, ultima ma prima per rilievo, Spotify, che forse inizia a dimostrare di essere un titolo più indipendente dai cicli economici che in passato: la sua ascesa prosegue anche in una fase in cui il resto dei mercati è ottimista per le notizie (vaccini) che potrebbero attutire l'impatto della pandemia - eppure ci eravamo abituati all'idea che la piattaforma di streaming, al pari di Netflix, potesse giovarsi in particolar modo del distanziamento sociale.
Di seguito, il dettaglio dei titoli osservati in ordine alfabetico.
- Alphabet: la holding che è proprietaria di Google (e quindi di YouTube) è quotata al NASDAQ americano: il titolo è a $ 1.793 e continua a crescere, avvicinandosi ai massimi assoluti di $ 1.819; nel frattempo ora l’azienda vale oltre 1,2 miliardi di dollari.
- Amazon: un altro 5% in su, che porta il titolo del gruppo di Jeff Bezos – che include Amazon Music e Twitch – a valere quasi $ 3.200 e capitalizzare un triliardo e 603 miliardi di dollari.
- Apple: quotata al NASDAQ americano, Apple continua a ‘riflettere” e il titolo perde qualche centesimo di dollaro, a $ 116.59; la capitalizzazione dell’azienda resta gigantesca, pari a un triliardo e 982 miliardi di dollari.
- Avid: quotata al NASDAQ americano, Avid continua la sua ascesa e, dopo il +50% dell’ultimo semestre, con il titolo a $ 12,34 vede la sua capitalizzazione aumentare di un paio di milioni in una settimana, attestandosi oltre 545 milioni di dollari.
- CTS Eventim: quotata allo Xetra tedesco, il gruppo di ticketing chiude in calo a € 50,35; l’azienda vale 4,8 miliardi di euro.
- Hipgnosis: quotata al LSE britannico, la società di Merck Mercuriadis resta in area £ 118; l’azienda fatica a sfondare il tetto del miliardo di capitalizzazione - vale circa 960 milioni di sterline.
- Live Nation: quasi piatta la conglomerata del live quotata al NYSE americano, con il titolo a $ 67 e capitalizzazione a 14,3 miliardi di dollari.
- Sirius XM: quotato al NASDAQ americano, il titolo della compagnia di digital radio (la superstar è Howard Stern) continua a salire lentamente: vale $ 6,55 e recupera terreno rispetto alla perdita di un semestre fa; l’azienda vale quasi 28 miliardi di dollari.
- Sonos: quotata al NASDAQ americano, è quasi piatta con il titolo a $ 21,24 dollari; la capitalizzazione dell’azienda è poco superiore ai 2,3 miliardi di dollari.
- Sony Corp.: quotata al Nyse americano, la casa madre di Sony Music registra un ottimo +5% e il titolo sale a $ 94; l’azienda vale oltre 116 miliardi di dollari.
- Spotify: quotata al Nyse americano, strappa verso l’alto guadagnando 17 dollari in una settimana: il titolo è ora a $ 277 (+6,5%) e la capitalizzazione dell’azienda è superiore ai 52 miliardi di dollari.
- Tencent Music: quotata al Nyse americano, anche l’altra piattaforma di streaming fa bene: il titolo è a $ 17; l’azienda controllata da Tencent Holdings vale quasi 29 miliardi di dollari.
- Vivendi: quotata a Parigi, la casa madre di Universal Music Group continua lo stallo e quota € 25,39; il titolo resta a meno di un 1% dai suoi massimi di due anni; l’azienda vale 28,2 miliardi di euro.
- Warner Music Group: per il gruppo di Len Blavatnik prestazione a specchio rispetto alla casa madre di UMG: il titolo è a $ 28,35 e l’azienda vale circa 14,5 miliardi di dollari.