USA, l’industria musicale fa squadra per chiedere aiuti al settore del live

La Recording Academy (l’associazione che raggruppa i professionisti dell’industria musicale americana), le collecting BMI, SoundExchange e SESAC e almeno altre diciassette tra associazioni di categoria e rappresentanze statunitensi operanti nell'ambito musicale hanno indirizzato una lettera al Congresso USA per chiedere aiuti al settore della musica dal vivo, gravemente compromesso dalla pandemia da Covid-19, che oltreoceano - come in tutti gli altri paesi occidentali - dalla scorsa primavera ha imposto uno stop agli eventi live.
“Non si può negare che il Covid abbia veramente messo alla prova il paese e abbia avuto un effetto devastante sull'industria musicale americana”, si legge nell’appello: “Il business della musica dal vivo - un tempo segno di una fiorente comunità e di attrazione per i nostri centri culturali e commerciali - è diventato tragicamente silenzioso. La comunità musicale rimane grata per gli sforzi di soccorso bipartisan del Congresso all'inizio di quest'anno, ma bisogna fare di più, e farlo in fretta, per evitare una perdita che potrebbe devastare artisti, musicisti, tecnici, produttori, venue e l'intera industria musicale per una generazione”.
Il settore richiede che vengano rinnovate ed estese le indennità di disoccupazione federale, l'assistenza alla disoccupazione e l'indennità di disoccupazione d’emergenza, oltre che all’approvazione della legge Restart, la maggiorazione dei crediti d’imposta e un trattamento fiscale agevolato.
Oltre a gettare il crisi quello che negli ultimi anni si è rivelato il comparto più fiorente e redditizio, l’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2 - fermando i live - ha inciso a cascata su tutti gli altri ambiti ad esso legato, come quello delle edizioni, che nel 2021 - quando saranno emesse le ripartizioni relative al 2020 - si troverà ad affrontare il crollo di entrate da musica dal vivo e musica di sottofondo.