Federico Poggipollini, ‘Città in fiamme’ in versione unplugged per Rockol. Video

Federico Poggipollini ha eseguito per Rockol un versione acustica di “Città in fiamme”, il quarto estratto da “Canzoni rubate”, il nuovo album da solista del cantautore e chitarrista bolognese in uscita all’inizio del prossimo anno: il brano è una cover dei Tribal Noise, band new wave nella quale Poggipollini suonava il basso.
“Negli anni Ottanta non c’era strada del centro storico bolognese dove non comparisse scritto sui muri il loro nome”, ha spiegato a Rockol Poggipollini a proposito del progetto che lo vide coinvolto nella seconda metà degli anni Ottanta: “Uno dei principali fautori di queste scritte (non si chiamavano ancora tag) ricorda oggi quando fu accompagnato a casa dalla polizia perché, minorenne, fu ‘beccato’ mentre scriveva Tribal Noise su un muro. La musica vissuta, allora più di oggi, come senso di appartenenza, identificazione e anche rivalsa, quasi fosse l’unico modo per sfuggire a una vita grigia e con poche aspettative. I Tribal Noise, seppure per una manciata di anni, dal 1984 al 1987, hanno rappresentato anche questo. Nello specifico la loro musica si trova in un ipotetico punto di incontro tra dark, new wave e post-punk, con batterie tribali e atmosfere vicine a Joy Division, The Cure e Siouxsie and The Banshees. E’ del 2018 la pubblicazione della raccolta su vinile ‘Tribal Noise – Città in fiamme 1983-1987’ da parte della label italiana Spittle Records. La formazione dei Tribal Noise era ed è composta da Marzio Manni (voce, synth, chitarra), Federico Poggipollini (basso), Cesare Ferioli (batteria) e Fabrizio “Felix” Frassineti (chitarra)”.
Alla versione da studio del brano presente nel nuovo album di Poggipollini è associata una clip diretta da Giuseppe Lanno:
“Questo lavoro di montaggio ha funzionato come atto di memoria”, ha precisato al proposito Lanno: “Avendo lavorato a distanza, sia io che Federico abbiamo ripercorso alcuni avvenimenti del 2020.
Questa operazione è avvenuta in solitudine e scandagliando materiale di vario genere e provenienza mi è stato chiaro come siamo tutti abituati a ricevere molte immagini giornalmente, a masticarle e digerirle, dunque anche a perderle con la stessa rapidità. Eventi e sentimenti enormi come quelli scaturiti dai movimenti per la propria libertà, per l'equità, per la giustizia, dovrebbero risuonare fortemente nel nostro tempo privato, eppure io stesso ho avvertito alcune immagini come antiche, sebbene fossero di pochi mesi fa. Alcune delle manifestazioni sono ‘vecchie’ di pochi giorni. Riconoscere che la città\mondo è stato ed è ancora in fiamme è un atto di consapevolezza”.