In effetti, in Italia i Mindbenders sono stati poco conosciuti. Almeno per nome. Molto conosciuta è stata invece una loro canzone, "A groovy kind of love", scritta da Toni Wine e Carole Bayes Sager e interpretata nel 1965 da Diane & Annita e appunto dai Mindbenders dell'appena scomparso Wayne Fontana.
Vi ricorda qualcosa? Ma sì: vi ricorda "Agnese dolce Agnese" di Ivan Graziani, uscito in Italia nel 1979.
In realtà, se siete dei cultori della canzone italiana degli anni Sessanta, avrebbe potuto ricordarvi i Camaleonti, che già nel 1967 avevano pubblicato una cover di "A groovy kind of love" con il titolo "Non c'è più nessuno" e il testo italiano firmato da Serengay:
Ma negli anni Settanta, quando uscì "Agnese" di Graziani, nessuno si ricordava più di "Non c'è più nessuno", e men che meno di "A groovy kind of love". Infatti Graziani firmò "Agnese" come se fosse sua, e la faccenda morì lì.
Ma il divertente della faccenda arriva quando Phil Collins, nel 1988, pubblica una sua versione di "A groovy kind of love", per la colonna sonora del film "Buster".
A questo punto, in Italia cominciano a scandalizzarsi (in molti, fan di Graziani e anche qualche giornalista poco informato) e a gridare al plagio: "Phil Collins ha copiato 'Agnese' di Ivan Graziani!".
Naturalmente Collins non aveva copiato nessuno, ma aveva semplicemente reinciso una canzone di due autori americani, quella che era stata un successo per i Mindbenders, non lo era stata per i Camaleonti e lo era stata per Ivan Graziani. Il quale fu più o meno costretto a riconoscere l'autorialità del brano, che infatti nelle riedizioni discografiche venne correttamente riaccreditato.
Ma la storia non finisce qui, perché...
...perché l'autore della melodia di "A groovy kind of love", come di quella di "Agnese", è l'italiano Muzio Clementi, di cui qui sopra avete potuto ascoltare il Rondò della sonatina opera 36 n. 5 in sol maggiore. Romano di nascita, è vissuto fra il 1752 e il 1832, ed ha dato alle stampe la monumentale raccolta di studi per pianoforte "Gradus ad Parnassum".
E così finisce la storia... (per ora).
Franco Zanetti