Nel 2015 Davide Shorty è terzo classificato ad X Factor, seguito da Elio. 5 anni dopo il rapper e cantante siciliano torna sul luogo del delitto con il nuovo singolo "Canti ancora?", assieme al suo ex-giudice e tutor. ""La gente mi ferma spesso per farmi questa domanda, e non nascondo che a volte mi ha irritato parecchio. Mi é stato chiesto così tanto spesso che alla fine l'unico modo per ribaltare la situazione era scriverci su e prenderla sul ridere".
Di strada, Davide Shorty ne ha fatta: due album per la Macro Beats, collaborazioni con Daniele Silvestri e Roy Paci tra gli altri. "A X Factor si è creato un ottimo rapporto con Davide, come con tutta la mia squadra", spiega Elio, che si è prestato al gioco, e nella canzone consiglia a Shorty di fare come Sfera Ebbasta. "Si fida di me, ha grandi doti e vuole spaccare il mondo, esattamente quello che serve in questo lavoro. In più ci vogliamo bene.”
Ma insomma: X Factor serve oppure no? Il dibattito è aperto da anni: mentre sta per ripartire la nuova edizione del talent (in questi giorni si stanno girando le selezioni a Roma), abbiamo chiesto a uno che ci è passato di spiegarci le ragioni per partecipare, e quelle per evitare.
X Factor no
- Dopo il programma si rischia di essere associati ad esso per tutta la vita e così diventa molto difficile non essere vittima di pregiudizi perdendo così il senso della propria identità.
- Il contraccolpo psicologico legato alla fama, il mondo spietato della discografia e all’essere messo in continuo paragone sono elementi veramente rischiosi per la salute mentale, specialmente non avendo alcun supporto da parte di un terapeuta.
- Normalmente nei talent c’é poca libertà artistica e nel mio caso sono stato molto fortunato grazie ad Elio che è uno spirito libero, ma di solito i giudici vogliono avere fin troppo controllo sulle assegnazioni e sulla direzione artistica dei concorrenti, e nel caso in cui il concorrente sia un artista già formato, può essere distruttivo.
- Poco spazio per la musica originale, il programma é quasi tutto incentrato sulle cover e sul personaggio.
- - Non si può giudicare un musicista in un esibizione concentrata in 2 minuti, credo sia fortemente irrispettoso per l’arte.
X Factor sì
É senza dubbio un’esperienza professionale di qualità altissima, avere la possibilità di lavorare con tecnici, coach e producer su un palco del genere é una grande opportunità di crescita artistica, professionale e personale.
- Certamente l’esposizione mediatica é massiccia, e se hai qualcosa da dire é un modo per amplificarla.
- Essere criticato da grandi professionisti può essere controproducente in relazione alla personalità di un artista, ma se preso nella giusta misura é un'importante spunto di analisi per poter portare al massimo il proprio potenziale. Dopo ogni puntata sei forzato a riguardarti e ad analizzare le tue performance nel dettaglio, e questo per me ha fatto la differenza.
- Tempo per studiare e per scrivere. Nel loft sei circondato da strumenti e da altre persone che fanno musica. Quel tempo va impiegato creativamente, ed essere circondato da altri artisti può essere di grande stimolo
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Testare la propria psiche e imparare a controllare l'ego davanti al pubblico e alla popolarità.