Ho un debole per Afroman e per il suo pancione, ma anche per l’ukulele, per il lupo cattivo di Julieta Venegas che “no dice nada romántico cuando llega el atardecer” e per Brusco che andava sul trattore (non in tangenziale, ma sul litorale) tredici anni prima di Rovazzi. Scheletri spensierati, per la maggior parte, a tratti barcollanti, che è sempre una gioia prendere per mano.
(Erica Manniello)
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04/06/2020