
Il chitarrista dei Led Zeppelin che di prima mattina suona il riff di “Whole lotta love” a Wall Street per un pubblico di pezzi grossi della Warner e di agenti di Borsa in giacca e cravatta è un’immagine quanto meno bizzarra e una trovata buona per giornali e fotografi.
La brevissima performance di Page (un minuto circa), abito scuro e Gibson Les Paul a tracolla, non è bastata però a riscaldare il debutto in Borsa della major discografica avvenuto nella mattinata di mercoledì, 11 maggio (vedi News). Alla campana che segnava l’inizio delle contrattazioni il titolo della casa discografica, contraddistinto dal simbolo WMG, era offerto a 17 dollari per azione (contro i 22-24 dollari inizialmente previsti dal management: le critiche pesanti degli analisti finanziari e della stampa, Wall Street Journal e New York Times in testa, hanno avuto effetto): e al termine della giornata aveva già perso 60 centesimi, scendendo ad una quotazione di 16,40 dollari causa lo scarso entusiasmo manifestato dagli investitori. .
Com’è noto, solo una piccola frazione del denaro che Warner conta di raccogliere in Borsa sarà destinato ad essere reinvestito in programmi di sviluppo aziendale; il resto servirà a pagare i debiti e a liquidare le quote degli investitori istituzionali che hanno fiancheggiato l’imprenditore Edgar Bronfman Jr. nella scalata iniziale a Warner Music. La major sta vivendo un momento difficile non solo per i risultati di vendita ma anche nei rapporti con alcuni dei suoi artisti di punta (prima Madonna, e ultimamente i Linkin Park: vedi News): ma nelle classifiche americane ha recentemente risollevato la testa grazie al successo di dischi come “American idiot” dei Green Day (3,4 milioni di copie vendute) e “Something to be” di Rob Thomas (Matchbox Twenty), che il mese scorso ha debuttato al numero uno delle chart.