Quando il produttore Quincy Jones chiese a Springsteen di scrivere un brano per la leggenda della disco Donna Summer, lui ne esaudì il desiderio con un pezzo pop insolitamente diretto e moderno, intitolato “Cover Me”. Durante le sessioni del gennaio 1992 per On the Line, un album di Gary U.S. Bonds che Springsteen e Van Zandt stavano co-producendo, la E Street Band incise un veloce demo del pezzo senza provarlo, che però conteneva uno dei più esaltanti assoli che Springsteen avesse mai inciso in studio. Andò a finire che Springsteen diede alla Summer, in sostituzione, un brano intitolato “Protection”.
Un anno dopo, Springsteen e la band registrarono una riscrittura più hard rock del pezzo, “Drop on Down and Cover Me”, con un testo leggermente più scintillante, una melodia in parte riutilizzata sul lato B “Janey Don’t You Lose Heart” (stranamente, un tempo erano entrambi sulla lista dei pezzi proposti per l’album) e un ritmo in stile “Roulette”. Alla fine del 1983, nel periodo in cui venne decisa la sequenza dei brani di “Born in the U.S.A”., Springsteen aveva abbandonato da un pezzo l’originale di “Cover Me”, ma Landau fece in modo che quella vecchia registrazione finisse nell’album.
Domani scriveremo di “Darlington County” e “Working on the highway”Abbiamo già pubblicato:
Leggi qui la scheda di “Born in the U.S.A.”
I testi sono tratti dal libro di Brian Hiatt “Bruce Springsteen – Le storie dietro le canzoni”, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “Born in the U.S.A.” e di tutti gli altri album di Bruce Springsteen.