Tidal cresce (e arriva a 148milioni nel 2018), ma non negli USA

Nonostante il 2018 sia l’anno in cui è scoppiata la bomba, sganciata dal giornale norvegese Dagens Næringsliv, degli streaming gonfiati, al centro dell’inchiesta che accusava la piattaforma streaming rilanciata nel 2015 da Jay-Z di manipolare intenzionalmente i suoi stream in favore di artisti come Jay-Z, Kanye West e Beyoncé, i ricavi di quell’anno di Tidal si sono rivelati positivi: secondo i dati diffusi da MusicAlly citando il report di Project Panther Bidco (PPB), la holding proprietaria, attraverso Aspiro, di Tidal e WiMP, depositato nei giorni scorsi al Registro delle Imprese britannico, la piattaforma nel 2018 ha generato 147,6 milioni di dollari, segnando così una crescita del 26% rispetto all’anno precedente.
Su base annua, l’utile lordo di Tidal è aumentato invece del 30%. La crescita complessiva, però, non ha trovato riscontro negli Stati Uniti, Paese nel quale si è piuttosto rivelata una contrazione delle entrate, con un calo del 20% su base annua.
La Project Panther Bidco Ltd. di Jay-Z ha acquisito Aspiro, e con essa Tidal, nel 2015, rilanciando la piattaforma – che offre musica, video e podcast – nata nell’ottobre 2014 e, a oggi, attiva in oltre cinquanta paesi.