Dopo l’esternazione pubblica della band californiana, che critica aspramente le nuove strategie della major e chiede conseguentemente di essere liberata dai suoi impegni contrattuali (vedi News), pare che altri artisti Warner e i loro manager abbiano già preso contatto con The Firm, la società che gestisce gli interessi dei Linkin Park, allo scopo di coordinare un’azione comune contro la casa discografica.
Un brutto contraccolpo d’immagine, per l’azienda guidata da Edgar Bronfman Jr., nel momento in cui cerca di convincere gli investitori e gli operatori di Borsa a finanziare i suoi programmi di sviluppo in cambio di quote azionarie (vedi News). Non l’unico, comunque: nei giorni scorsi anche Peter Paterno, uno dei più noti avvocati americani nel campo del business musicale, ha usato la mano pesante contro Warner fornendo il suo punto di vista attraverso una pepata intervista rilasciata al New York Times. “I proprietari attuali della casa discografica”, sostiene Paterno, “stanno adottando una visione piuttosto cinica delle cose. Sta diventando sempre più evidente che si tratta di nient’altro che di un gioco finanziario ad uso e consumo degli investitori e della loro possibilità di far fruttare il loro denaro. La musica e i dipendenti non contano nulla. E’ abbastanza sorprendente, l’audacia con cui l’intera operazione viene condotta”. Inutile dire che le sue dichiarazioni hanno mandato su tutte le furie Bronfman e i suoi.