Ha preso il via, anche in televisione (con uno spot che vede ancora in veste di testimonial Giorgio Faletti), la nuova iniziativa istituzionale contro la pirateria multimediale lanciata dal governo italiano.
La campagna, che prevede un investimento di 131 mila euro distribuito su tutti i mezzi di informazione (stampa, radio e televisione), nasce dal tentativo di contrastare un fenomeno che, secondo le stime rese note lunedì scorso (2 maggio) dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Buonaiuti, sottrae ad artisti, autori e industria 1 miliardo e 300 milioni di euro all’anno. Buonaiuti e Mauro Masi, segretario generale alla Presidenza del Consiglio, hanno ricordato nell’occasione che l’esecutivo si è nuovamente attivato a livello europeo per richiedere una riduzione dell’IVA applicata sul prezzo di vendita dei Cd, ritenendola un deterrente efficace alla crescita della musica “pirata”. .
Intanto la FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale) informa che in testa alla produzione ed esportazione di prodotti audiovisivi contraffatti c’è attualmente la Cina, con un giro d’affari da 400 milioni di dollari, seguita da Russia (240 milioni di dollari) e Brasile (215 milioni di dollari). I dati più recenti di FIMI/FPM sostengono che 11,4 milioni di italiani posseggono Cd duplicati e che 1,7 milioni acquista regolarmente compact disc masterizzati (il 60 % sulle bancarelle). Contemporaneamente, 3,8 milioni di persone scaricano file da Internet: il 55 % dei cittadini, contro il 48 % del dicembre 2003, è tuttavia consapevole che il download non autorizzato è un reato.