'Rimborsopoli RAI' al Festival di Sanremo: altri dettagli

In un articolo firmato da Michela Allegri per Il Messaggero di fa ulteriore luce sull'inchiesta avviata dalla Guardia di Finanza su un presunto sistema di rimborsi gonfiati presentati dai dipendenti della RAI - con la complicità di albergatori e ristoratori locali - in occasione delle trasferte per le edizioni 2013, 2014 e 2015 del Festival di Sanremo. Dalle indagini - ora chiuse - condotte dal pm della Procura di Roma Alberto Pioletti sarebbero emerse le condotte illecite di 51 dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo e di Matteo Paracchini, cognato del sindaco di Sanremo e titolare dell’hotel Belsoggiorno, che avrebbe emesso le fatture false per fare ottenere ai propri ospiti rimborsi non dovuti.
Dalle carte emerge che sarebbe stato lo stesso Paracchini a parlare di "sistema Rai", secondo il quale sarebbe stata garantita la "sistematica occupazione delle camere per l’intero periodo delle manifestazioni da parte del personale che avrebbe soggiornato per il periodo più lungo": in caso di mancata connivenza, alla struttura sarebbero stati destinati i dipendenti con mansioni marginali, che avrebbero soggiornato per minore tempo nella struttura e che, di conseguenza, avrebbero generato un minore introito ai gestori della stessa.
Stando a quanto emerso dalle indagini, che avrebbero portato alla luce una "contabilità parallela a quella ufficiale", il titolare dell'hotel sarebbe stato "costretto" alla connivenza, pena l'esclusione della sua attività dal circuito degli alloggi destinati a ospitare i dipendenti RAI: tra gli espedienti utilizzati con maggiore frequenza per gonfiare le note spese, figurerebbero camere doppie usate da due dipendenti ai quali erano state assegnate due singole e pasti gratuiti e pagati a metà prezzo segnalati sulle note spese a prezzo pieno.