Dal punto di vista del testo, Joe crea una ricca rete di dettagli e metafore, attribuendo alla parola “clampdown” un senso concreto e multidimensionale. L’esatta formulazione dell’apertura di Joe sembra evocare immagini dello Shah dell’Iran recentemente deposto che porta con sé una gran parte del tesoro per vivere il resto della sua vita nelle comodità. Nel testo principale c’è poi uno sconvolgente “Is this man a Jew?” (che evoca sia Hitler che, più vicino a casa, il Fronte Nazionale, dato il riferimento al turbante).
Joe e Paul hanno parlato entrambi in modo appassionato e personale di uno dei primi grandi temi dei Clash: l’idea di sfuggire alla faticosa routine di lavoro deprimente della classe operaia, un’idea articolata più chiaramente in “Career Opportunities.”
La libertà, da un punto di vista hippy, punk o anarchico—dev’essere apprezzata, ancor più quando viene aggredita nei “migliori anni della tua vita.”
Un’ipnotica marcia funebre nel finale conduce fuori l’ascoltatore, accompagnato da quello che sembra il rintocco dell’orologio dell’Apocalisse.
Domani scriveremo di “The guns of Brixton”.
Leggi qui la scheda di “London Calling”.
Leggi qui la scheda di “Brand new Cadillac”.
Leggi qui la scheda di “Jimmy Jazz”.
Leggi qui la scheda di “Hateful”.
Leggi qui la scheda di “Rudie can’t fail”.
Leggi qui la scheda di “Spanish bombs”.
Leggi qui la scheda di “The right profile”.
Leggi qui la scheda di “Lost in the supermarket”.
I testi sono tratti dal libro di Martin Popoff “The Clash. Tutti gli album – Tutte le canzoni”, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “London calling” e di tutti gli altri album dei Clash.