Elton John e i suoi scherzi con Rod Stewart
Il musicista di Pinner ha un rapporto speciale con il rocker di origine scozzese e allora accade che...

Circa un mese fa è uscita nei negozi l’autobiografia di Elton John, “Me”. Il musicista di Pinner nel raccontare la sua vita non manca di riportare alcune storie e curiosità legate all’universo musicale – oltre che alla sfera privata - che rendono la lettura del volume leggera e divertente.
Una di queste riguarda il suo rapporto con il rocker di origine scozzese Rod Stewart. I quasi coetanei Elton e Rod, dopo la rituale gavetta nella seconda metà degli anni Sessanta, hanno conosciuto il pieno successo negli anni Settanta. Elton John scrive che entrambi, come anche David Bowie e Marc Bolan, facevano parte della scena londinese dove, come naturale che fosse, si conoscevano un po’ tutti. Il rapporto con Bowie era piuttosto problematico e non è mai decollato (Bowie tempo dopo arrivo a definire Elton John ‘la checca da marciapiede del rock’), mentre quello con Rod è stato sin dall’inizio di tutt’altro tenore. A cementare il rapporto probabilmente contribuì anche l’avere in comune alcune passioni come quella per il calcio e per la collezione di opere d’arte.
Con Rod giunsero a darsi dei soprannomi femminili: Elton era Sharon, Rod diventò Phyllis. E da cinquanta anni a questa parte il loro ménage è molto basato sullo scherzo e la presa in giro. In “Me” Elton John scrive:
“Ancora oggi, quando mi accorgo che un suo album sta vendendo più del mio, so che da un giorno all’altro riceverò un’e-mail di questo tenore: ‘Ciao Sharon, volevo solo farti sapere quanto mi dispiace che il tuo disco non sia nemmeno entrato nella top 100, cara. Un vero peccato che il mio stia andando così bene, baci, Phyllis’”.
Quanto riportato sopra rende l’idea di quale sia il grado di confidenza che ha con Rod Stewart, ciò viene avvalorato ulteriormente da un paio di divertenti episodi del loro passato ricordati in “Me”. Quando, agli inizi degli anni Ottanta, Stewart doveva esibirsi a Earls Court a Londra, per pubblicizzare l’evento un dirigibile con il suo viso stampato venne fatto sorvolare sopra il luogo dove si sarebbe tenuto il concerto. Ecco cosa accadde:
“Quella settimana ero a Londra, e lo vedevo dalla finestra della mia stanza in albergo. Era un’opportunità troppo ghiotta. Chiamai il mio management, che incaricò qualcuno di abbatterlo: pare che fosse atterrato su un autobus a due piani diretto a Putney. Un’ora dopo squillò il telefono. Era Rod. ‘Dove cazzo è finito il mio dirigibile?’ farfugliò. ‘Sei stata tu, vero? Stupida troia!’”.
Rod the Mod, però, non poteva limitarsi alle invettive e lasciare impunito quel tiro mancino. Come si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. L’occasione buona giunse un anno più tardi, quando Elton John doveva esibirsi all’Olympia di Parigi.
“I promoter avevano appeso un enorme striscione da una parte all’altra della strada. Fu tirato giù subito. A ragguagliarmi sul misterioso sabotaggio fu Rod, che era curiosamente informato nei minimi dettagli. ‘Che peccato per il tuo striscione, tesoro. Ho sentito che non è rimasto su nemmeno cinque minuti. Scommetto che non hai fatto in tempo a vederlo.’”


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