Offspring, il bello di invecchiare e giocare coi generi

Il chitarrista della band californiana, presentando 'Days Go By', spiegò davanti alle telecamere di Rockol: 'Il punk continua a piacerci, ma...'

Il nono album in studio degli Offspring, "Days Go By" del 2012, non fu accolto dalla critica in modo esattamente trionfale: parte della stampa americana rimproverò alla band guidata da Dexter Holland di aver consegnato ai mercati un disco della maturità fuori tempo massimo, tradendo l'attitudine punk e fracassona che fino a poco prima gli allora quasi cinquantenni avevano eletto a loro marchio di fabbrica.

L'idea di perpeturare un cliché, tuttavia, al chitarrista Noodles non piaceva nemmeno un po': davanti alle telecamere di Rockol il musicista losangelino classe 1963 rivendicò il (sacrosanto) diritto di invecchiare e di divertirsi giocando anche con generi che esulino dall'ambito strettamente punk.

"Noi amiamo la musica punk e ogni volta torniamo a suonare sempre questo genere, ma amiamo anche molti altri generi musicali, soprattutto adesso che stiamo invecchiando", ci aveva spiegato il chitarrista: "Se suoni sempre lo stesso genere di canzone corri il rischio di cadere nel già sentito. Abbiamo provato a fare qualcosa di nuovo, e nel disco ci sono brani reggae e mariachi. Fare un brano mariachi è stato divertente. In passato abbiamo suonato ska o reggae, ma mariachi solo una volta, per una versione particolare di 'Pretty Fly' alla fine di quel disco ['Americana' del 1998]. Quando mixi insieme i generi non è semplice, suona in modo strano cercare di farli funzionare". 

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