John Lodge ricorda come nacque il prog rock

I Moody Blues sono considerati tra i pionieri di quel genere musicale che viene identificato come progressive rock. Ultimate Classic Rock ha incontrato il bassista e cantante della storica band inglese John Lodge
Ha detto Lodge:
“Li ho incontrati per la prima volta (gli Yes) nei primi anni Settanta, penso facemmo qualche concerto insieme. Ma quei giorni sono andati e tutto è un po’ sfocato. Non sono così sicuro che abbiamo fatto dei concerti insieme o se ho semplicemente visto la band e sono rimasto sul palco ad ascoltarli con Chris Squire e Steve (Howe) e quelli che c’erano”.
Di quel periodo alla fine degli anni Sessanta Lodge dice:
“È stato semplicemente un grande momento. Stavamo tutti facendo progredire la nostra musica in un modo diverso dalla musica che c’era in radio. Andavamo in un posto diverso e per me fu davvero interessante ascoltare gli Yes e vedere fino a che punto avevano esteso l’adeguamento musicale della loro musica e ciò che vedevano essere il rock 'n' roll”.
Quando parla di ‘rock'n'roll’, Lodge osserva che lui e gli artisti britannici trassero ispirazione dalla musica che ascoltavano che proveniva dagli Stati Uniti e svilupparono "la britannicità del rock britannico", che, dice, si è evoluta nel rock progressivo.
Ripensando alla musica fatta dai Moody Blues, insieme ai loro contemporanei Yes, Genesis, Emerson, Lake & Palmer, solo per citarne alcuni, è sorprendente pensare alla loro capacità di muoversi con l'evoluzione della tecnologia, che, a volte, si sviluppava mentre creavano un album.
Ammette Lodge:
“Abbiamo solo pensato, fino a che punto possiamo spingerci in là? Penso che a quel tempo stesse arrivando la tecnologia, il che è stato davvero positivo per noi. Quando abbiamo realizzato “Days of Future Passed” (nel 1967), registrammo l'album su quattro tracce. Ok, avevamo un paio di macchine a quattro tracce, ma è stato fatto su quattro tracce. In “Search of the Lost Chord” (nel 1968), le ultime sessioni vocali sono state su "Ride My See-Saw". La facemmo su una macchina a otto tracce che arrivò l'ultimo giorno di registrazione, quindi su quella abbiamo fatto più tracce vocali. Poi avemmo il 16 tracce. Quindi, mentre cercavamo di espanderci, la tecnologia ci ha permesso di espanderci ancora di più”.