“Los Angeles”, The Kolors con Gué Pequeno: "Il nuovo disco è pronto"

Il trio segue il percorso intrapreso con "Pensare male", sposando sonorità anni '70 e '80: "Volevamo qualcuno che fosse un grande del passato e del presente, creando un ponte temporale, fra storia e modernità. Gué era perfetto rappresenta più ere del rap"

Sintetizzatori, accenni funk e sonorità calde, venate da un testo introspettivo in cui le distanze sembrano incolmabili e il futuro incerto. Tornano i The Kolors con “Los Angeles”, brano che vede la collaborazione di uno dei re dell’hip-hop italiano: Gué Pequeno. Il trio rock segue la strada tracciata da “Pensare male”, uscito lo scorso marzo, e cantato insieme a Elodie. “Sono due pezzi che hanno riferimenti precisi agli anni ’70 e ’80 – racconta Stash, voce e chitarra della band – tutto è nato quando ho preso in mano la chitarra che ho ereditato da mio padre, strumento di fine anni ’70. Ho iniziato a suonare “Eye in the Sky” degli Alan Parsons Project e sentivo che stavo andando dove volevo, quell’universo sonoro mi rappresenta in pieno».

Il nuovo singolo ha un abito vintage, ma non si piega a scimmiottamenti. “No, non volevamo prendere quei suoni e copiarli, non avrebbe avuto senso, cercavamo una canzone fresca – continua Stash – così abbiamo suonato tutti gli strumenti del pezzo: chitarra, batteria, sintetizzatori e altro, non c’è nulla di riprodotto a tavolino”. Ma che cosa ha portato Antonio Stash Fiordispino, Alex Fiordispino e Daniele Mona, gli altri due componenti del gruppo, a incrociare i destini con Gué? “Volevamo qualcuno che fosse un grande del passato e anche del presente, creando un ponte temporale, fra storia e modernità, che è uno dei fulcri della canzone – sottolinea Stash – Gué era perfetto perché rappresenta più ere del rap. Quando entra lui nel brano, il testo assume ancora più significato e il mondo che volevamo creare raggiunge l’apice. Gué è un grandissimo professionista che ha sposato la nostra visione della canzone, non era scontato”.

Ad accompagnare l’uscita del brano anche il video diretto da Gianluigi Carella: “Los Angeles” è come una polaroid di uno stato d’animo, che inizia da un calice in un bar italiano e termina sull’infinito lungomare della California. E anche sul piano testuale c’è una continuità con “Pensare male”. “Spesso le canzoni più belle non nascono da figate, ma da momenti inquieti – confida Stash – sono brani da malinconia al neon. C’è colore, c’è energia, ma si percepisce anche la difficoltà di un rapporto umano. In “Los Angeles” non è detto che sia amore, qualcuno può anche rivedere riflessa un’amicizia. Nel passaggio “forse non ci andremo più io e te a Los Angeles” c’è quel sentimento di incertezza in cui credo molte persone si potranno rivedere”. Se il futuro dei protagonisti del brano è imperscrutabile, quello della band è certo. “Il nuovo disco è pronto – conclude – dobbiamo capire quando uscire. Adesso ci stiamo preparando per suonare nei club. La dimensione live è quella che ci fa sentire vivi”.

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