"Non so da dove arrivi l'ispirazione, non so nemmeno cosa sia": a dirlo, badate bene, non è un interprete di terz'ordine - che, per lo meno, sarebbe onesto - ma nientemeno che Nick Cave, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi autori di canzoni viventi.
Rockol aveva incontrato Re Inkiostro nel 2008, in concomitanza con la pubblicazione di "Dig, Lazarus, Dig!!!", il quattordicesimo album registrato dall'artista australiano in compagnia dei suoi fidati Bad Seeds, all'epoca già privi di Blixa Bargled ma con ancora in formazione il deus ex machina Mick Harvey e (l'allora) nuovo arrivo Warren Ellis, che negli anni a venire sarebbe diventato il vero fulcro del gruppo. Con grande umiltà e realismo, Cave ci aveva parlato del suo lavoro di artista e del processo creativo che l'aveva portato a pubblicare il lavoro.
"Lazzaro è una specie di guida che ci accompagna nel sottobosco raccontato da questo disco. Personaggi mitici come Orfeo o Lazzaro hanno un peso emozionale maggiore: è meglio di dire 'Scava, Giovanni, scava!!!", no?', aveva spiegato Cave: "Mentre stavo scrivendo "Digg, Lazarus, Digg!!!" stavo leggendo questa bellissima biografia, e lui ha passato la maggior parte del suo tempo a cercare di mettere in scena una sorta di spiritualismo".
"Ci eravamo decisi a fare un disco acustico, guidato dalle chitarre acustiche, qualcosa di gioioso, aggressivo e acustico con un sacco di rumore messo sopra", aveva proseguito Cave: "Volevo fare un disco dal suono diverso, gli ultimi album sono incentrati su di me al piano che canto, il miglior modo per farlo era sbarazzarmi del piano e scrivere su un altro strumento. Ho scritto 4 o 5 canzoni su una tastiera giocattolo dei miei gemelli di sette anni: è stato fantastico, era un nuovo modo di scrivere, il miglior modo per comporre canzoni è farlo su uno strumento che non conosci".