Quella volta che Maradona salì sul palco con i Queen

Diego Armando Maradona è un calciatore che - data la sua bravura, la sua personalità e il suo carisma - ha travalicato i confini dello sport per diventare quella che in ambito musicale viene definita popstar. Non sorprende, quindi, che possa essere salito sul palco durante il concerto dei Queen, altre grandi popstar di quegli anni, più che mai sulla cresta dell’onda anche ai giorni nostri. Ecco quando accadde.
Era l’8 marzo 1981, i Queen erano in Argentina nell’ambito del tour di ‘The Game’, il loro ottavo album in studio che includeva, tra le altre, la celeberrima “Another One Bites the Dust”. La band di Freddie Mercury si era già esibita ben quattro volte nei giorni precedenti nel paese sudamericano, li aspettava solo un’ultima fatica prima di prendersi una pausa di una dozzina di giorni, per poi spostarsi nel vicino Brasile e continuare la loro serie di concerti.
L’8 marzo 1981 il concerto si sarebbe tenuto allo stadio José Amalfitani, il campo di gioco del Velez Sarsfield, una delle molte squadre di calcio presenti nella capitale argentina, Buenos Aires. A unirsi alla formazione inglese sul palco venne chiamata quella che, nonostante i soli 20 anni, era già una semi divinità per il popolo argentino: Diego Armando Maradona. Accadde al momento dei bis, proprio prima di eseguire “Another One Bites the Dust”, nel tripudio generale, al fianco di Freddie Mercury e i suoi compagni, appare il ‘Pibe de Oro’, questo il soprannome di Diego.
Queste le parole del chitarrista dei Queen Brian May, in ricordo di quello che si può bene definire, evento:
“Finito il concerto Diego venne a trovarci nel backstage e, da bravi ‘calciatori’, ci scambiammo le nostre rispettive magliette. Maradona si mise la mia, quella con la Union Jack che sfoggiavo spesso in quel periodo e Freddie si pigliò la sua casacca dell’Argentina con ovviamente il 10 sulle spalle”.
Aggiunge ancora May:
“I calciatori sono un po’ come le rockstar entrambi sono soggetti all’adulazione della folla ma anche a delle critiche tremende. Certo, noi musicisti siamo decisamente più fortunati: possiamo suonare fino a 80 anni mentre chi gioca a calcio o tira di boxe deve arrendersi ai limiti temporali della sua condizione fisica. Eppure penso a personaggi come Maradona e mi dico: ma come farà? Finché vai in campo sei un dio e poi, appese le scarpe al chiodo, ti tocca reinventarti e diventare una persona normale. Ci vuole coraggio, credimi, a vivere una vita del genere. Gli ex calciatori diventati uomini hanno tutta la mia stima e immedesimazione”.
Con Brian siamo d’accordo su tutto, tranne che su un piccolo (ma fondamentale) particolare: appese le scarpe al chiodo Diego Maradona è rimasto un dio, non sarà e non potrà mai essere una persona normale.
Quella a seguire è la scaletta che proposero i Queen in quel concerto a Buenos Aires:
Jailhouse Rock (cover di Elvis Presley)
We Will Rock You
Let Me Entertain You
Play the Game
Somebody to Love
I'm in Love With My Car
Get Down, Make Love
Need Your Loving Tonight
Save Me
Now I'm Here
Dragon Attack
Now I'm Here (Reprise)
Fat Bottomed Girls
Love of My Life
Keep Yourself Alive
Drum Solo
Guitar Solo
Flash
The Hero
Crazy Little Thing Called Love
Bohemian Rhapsody
Tie Your Mother Down
Encore:
Another One Bites the Dust (con Diego Armando Maradona)
Sheer Heart Attack
We Will Rock You
We Are the Champions
God Save the Queen