Causa per 'Stairway To Heaven', coi Led Zeppelin anche il Dipartimento di Giustizia USA

Dopo il supporto di una nutrita schiera di colleghi Jimmy Page e Robert Plant hanno incassato ulteriore sostegno in vista della prossima udienza - fissata per il 23 settembre - del processo riguardante "Stairway to Heaven", uno dei brani simbolo dei Led Zeppelin originariamente inserito nel quarto album della formazione britannica da anni oggetto di contenzioso per sospette, parziali somiglianze con "Taurus", strumentale del 1968 della band losangelina Spirit scritto dallo scomparso chitarrista del gruppo Randy California.
In un memoriale depositato presso il tribunale dove è stata riaperta la causa - quello di San Francisco, che ha ribaltato la sentenza emessa in prima istanza dalla corte di Los Angeles nel 2016 che assolveva Page e Plant dalle accuse di plagio - il Dipartimento di Giustizia del Governo americano, massima istituzione statunitense in termini di politiche giudiziarie, ha sollevato gli autori di "Stairway to heaven" da ogni responsabilità: nell'amicus curiae fatto pervenire alla corte l'ufficio attualmente diretto dal procuratore generale William Barr ha spiegato come la prima sentenza - quella che assolveva gli Zeppelin - fosse tecnicamente corretta, perché basata sull'analisi delle partiture e non delle registrazioni, "protette" negli USA con una legge promulgata nel 1972 e quindi successiva alla pubblicazione dei brani oggetto della controversia - "Taurus" è del 1968, "Stairway to Heaven" nel '71.
Tuttavia, secondo il Dipartimento di Giustizia USA, gli Zeppelin uscirebbero vincenti dalla causa anche applicando al contenzioso la legge del 1972 relativa alla protezione delle incisioni: per la legge USA, infatti, si può parlare di plagio solo nel caso le porzioni di registrazione contestate - nello specifico, l'arpeggio di chitarra acustica, ascoltabile nella registrazione degli Spirit a partire da 0'45'' - siano assolutamente identiche, caso che non riguarda i due brani oggetto del contendere.
Obbiettivo degli eredi di California parrebbe essere l'inserimento mandatorio del nome del proprio congiunto nei crediti del brano: nel corso della propria carriera i Led Zeppelin sono stati costretti diverse volte - o da disposizioni dirette del tribunale, o da accordi stipulati in sede extragiudiziale - ad aggiungere nei propri crediti nomi di artisti esterni al gruppo originariamente non indicati come autori, come ad esempio Anne Bredon per "Babe I'm Gonna Leave You", Jake Holmes per "Dazed and Confused" e Willie Dixon per "Whole Lotta Love".