La Monsanto sta tenendo d’occhio Neil Young

Il colosso dell’agrochimica Monsanto sta tenendo d’occhio Neil Young. A riferirne è il Guardian, che è entrato in possesso di documenti pubblici del tribunale a proposito delle battaglie legali che la società produttrice di sementi modificate geneticamente sta portando avanti. Nello specifico, la Monsanto, scrive il giornale britannico, avrebbe un centro di monitoraggio che si occupa di raccogliere dati riguardanti i giornalisti e i privati che hanno criticato l’operato dell’azienda: nella lista compare anche il nome del cantautore canadese, che nel 2015 ha intitolato il suo album “The Monsanto Years” e nel luglio dello stesso anno ha prodotto, con la sua Shakey Pictures,
un documentario sulla battaglia di un anziano agricoltore contro la Monsanto. I dati raccolti dalla società riguardano anche l’impatto sui social media delle critiche rivolte dalla voce di “Harvest” così come la visibilità che l’uscita del disco ha avuto sulla stampa. Analizzando i testi di “The Monsanto Years” l’azienda ha anche individuato sei argomenti legati all’operato della Monsanto che potrebbero in un prossimo futuro finire nel mirino dell’artista, tra cui, ad esempio, la salute dei lavoratori e i diritti dei cittadini.
Scrive sempre il Guardian che l’attenzione della Monsanto per il prossimo Farm Aid, il concerto benefico che dal 1985 raccoglie fondi per le famiglie di agricoltori americani, fondato da Neil Young, Willie Nelson e John Mellencamp, è molto alta, con l’obiettivo, in particolare, di “monitorare le discussioni”: “Abbiamo preso contatti con la squadra legale e li stiamo tenendo informati sulle attività di Neil nel caso in cui un’azione legale dovesse rivelarsi appropriata”, si legge. All’epoca della pubblicazione di “The Monsanto Years” la società aveva così commentato la title track “Monsanto Years”:
Molti di noi della Monsanto sono stati e sono fan di Neil Young. Sfortunatamente, per alcuni di noi, il suo ultimo album non riflette la forte motivazione che c’è in quello che facciamo ogni giorno per rendere l’agricoltura più sostenibile. Sappiamo che c’è molta disinformazione a proposito di quello che siamo e quello che facciamo e sfortunatamente molte di quelle false credenze sono state fotografate in quei testi.