Il figlio del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, il ventitreenne Alessandro, è finito nelle ultime ore al centro di una polemica musical-politica per il suo presunto coinvolgimento nella realizzazione della sigla di "Popolo sovrano", programma prossimo al debutto - il 14 febbraio - su Rai 2 con la conduzione di Alessandro Sortino.
L'indiscrezione che avrebbe voluto i giovane - in arte Travis, pseudonimo mutato dal precedente Trava proprio per evitare di essere accostato al padre - come ingaggiato dal servizio pubblico è stata commentata prima dal deputato dem Michele Anzaldi, che in un tweet aveva definito la vicenda un "impensabile e imbarazzante conflitto di interessi", poi dal direttero della seconda rete Carlo Freccero, che all'ADNKrono aveva dichiarato: "Nessuna raccomandazione: Trava partecipa per il suo talento come gli altri rapper. Sono già sette i rapper, lui incluso, che stanno scrivendo un pezzo per 'Popolo Sovrano', un programma dove sarà protagonista il primo articolo della Costituzione italiana ('L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'). E si sceglierà il brano rap più adatto al programma, dando per acquisito il talento artistico di ciascuno. La mia idea è nata dalla volontà di accostare la cosa più vecchia, la nostra Carta costituzionale, con la cosa più giovane".
A smentire il coinvolgimento di Trava nella realizzazione della sigla del programma è successivamente intervenuto il conduttore della trasmissione, Alessandro Sortino, che all'agenzia AGI ha fatto sapere: "La sigla non sarà sicuramente quella. Ci sto lavorando io, con due opzioni: il brano di un gruppo rock degli anni Settanta e quello di un gruppo rock degli anni Ottanta".