Il ‘rock devoto’ di Sant'Agata: a Catania, un concerto notturno dei migliori gruppi cittadini

E' durata una notte intera la "Devozione alla bellezza" organizzata da Antonio Presti con la partecipazione del comune di Catania.
Una notte nella quale l'arte, in tutte le sue diverse forme ed espressioni, ha dedicato se stessa alla Santa protettrice della città, Sant'Agata, i cui festeggiamenti iniziavano proprio mercoledì 3. Accanto alla festa tradizionale, che durerà fino all'alba del 6 febbraio, Presti - singolare figura di mecenate siciliano già autore di Fiumara d'Arte (una galleria d'arte con enormi sculture posizionata nel greto ormai secco di un torrente), ha pensato di dedicare una notte alla celebrazione del bello e della Santa, convocando accanto a sé artisti di diverse estrazioni. Il concetto era quello di rinunciare all'espressione artistica compiuta in omaggio supremo alla Santa, per devozione. Se Arnaldo Pomodoro ha realizzato per l'evento un obelisco di cera alto 15 metri che avrebbe dovuto bruciare - annullandosi, quindi - per otto giorni (e che, per l'eccessiva dose di petrolio data agli stoppini, si è invece incendiato e sciolto in mezz'ora, bruciando in modo suggestivo nella notte), se al Teatro Bellini ha fatto la sua comparsa un mandala bianco fatto di petali e sale (rinuncia al colore) mentre un coro cantava l'aria della Madama Butterfly a bocca chiusa (coro imploso), il momento più caloroso si è invece avuto in piazza Carlo Alberto, quando i principali gruppi catanesi si sono esibiti in un concerto che comprendeva, per ognuno di loro, l'esecuzione di un solo brano, dedicato alla santa e scritto per l'occasione. Sul palco si sono alternati l'ensemble Decigramma di Dario Grasso, Dounia, Carlo Cattano Quintet, Rosso Fisso White Tornado, Biodinamic, Kaballà, Cesare Basile, i Lautari con Alfio Antico e Mario Venuti, per una serie di pezzi veramente ispirati e commoventi per il pubblico. Sant'Agata è stata cantata e rievocata nelle parole dei rapper Biodinamic, così come nell'esperimento similrumoristico dei White Tornado, dalla musica quasi trip hop di Cesare Basile, al fuoco rock di Kaballa, fino a chiudere con Mario Venuti che ha intonato un laudamus che si rifà all'antica tradizione liturgica: il suo brano, "Sant'Agata su Marte" ha visto, nel momento di maggiore emozione, accendersi su un lato della piazza dei proiettori che hanno proiettato, su un enorme “schermo” di acqua nebulizzata, l'immagine della Santa. Un finale veramente indimenticabile. .