Giorgio Gaber, la storia di “La libertà” (1972). ASCOLTA

“La libertà” di Giorgio Gaber (musica e parole di Giorgio Gaber e Sandro Luporini)
Ci sono canzoni che durano un soffio, altre una vita.
Come "La libertà" di Gaber, ancora oggi canticchiata e addirittura simbolo di lotte politiche o adottata per iniziative sociali. Da due anni Giorgio Gaber ha abbandonato la ribalta televisiva per dedicarsi a spettacoli teatrali in musica approntati con il vicino di casa, il pittore Sandro Luporini. Dopo “I borghesi” arriva “Dialogo tra un impegnato e un non so” che raccoglie 33 tracce in un disco doppio inciso durante lo spettacolo al Politeama di Genova nel novembre 1972. La maturità è piena, la padronanza del mezzo teatrale completa, la voce profonda e calibrata, le canzoni arrivano affilate e irresistibili. La musica italiana fa un passo avanti. Lo si intuisce da “Un’idea”, melodia semplice ma con un accordo iniziale diminuito a mettere in chiaro le cose, capolavoro sull’ipocrisia, sul razzismo, sulle falsità: “In Virginia il signor Brown era l’uomo più antirazzista / un giorno sua figlia sposò un uomo di colore / lui disse bene ma non era di buon umore”. Per un vero cambiamento, una “rivoluzione”, bisognerebbe che le ideologie passassero dall’esofago perché “finché resta un’idea è soltanto un’astrazione / se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”.
E poi arriva “La libertà”, in cui Gaber, in un’interpretazione da vero istrione del palcoscenico, alterna momenti di vena selvaggia (“Vorrei essere libero, libero come un uomo / come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura / che cammina dentro a un bosco con la gioia di seguire un’avventura / sempre libero e vitale fa l’amore come fosse un animale”) a incisi morbidi e quasi paterni: “La libertà non è star sopra un albero / non è neanche il volo di un moscone / la libertà non è uno spazio libero”. Fino alla conclusione, alla soluzione, alla chiave di una società davvero civile ed emancipata: “La libertà è partecipazione”.
Estratto da "I migliori anni della nostra musica. Un secolo di cantautori in 200 canzoni" di Federico Pistone, Arcana edizioni. (C) Lit edizioni di Pietro D'Amore s.a.s. Per gentile concessione
