Lucio Battisti: Allontanando. Di Luca Bernini

La nave salpata vent’anni fa verso l’altra parte del mare è ora poco più di un puntino all’orizzonte. Come in quadro di Turner, possiamo ancora avvistarla, ingrandirne i contorni inquadrandola con un cannocchiale; possiamo immaginarne a bordo l’atmosfera laboriosa e alacre, provare da lontano ad annusarne la scia di musica sconosciuta che lascia dietro di sé. Ma è giusto una percezione, un qualcosa che appartiene più a quella sensazione di irrealtà che unisce il sogno e il son desto. Uno scarto del cannocchiale e la nave non c’è più.
C’era stato però, prima, uno scalo durato anni, anni in cui il tesoro di quella nave, ancorata a debita distanza dal molo, era stato scaricato in porto e da lì aveva fatto il giro del mondo. Tutti ne volevano, tutti lo cantavano, tutti lo conoscevano. Quel tesoro oggi è ancora qui, reperibile fisicamente e non, sul web ad esempio basta volerlo cercare e c’è, just click & go. C’è per tutti e brilla, al riparo dal “quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti”, come diceva Kavafis. Il resto manca, ma oggi pesa meno di ieri e ancora meno dell’altro ieri, come in una sorta di lungo addio iniziato ben più di vent’anni fa. Ci siamo abituati a questa distanza, soprattutto, a rispettare questa volontà di distanza. Abbiamo accettato, infine, di godere del tesoro e lasciare la nave libera di andare.
Rimpiangono te, son le cose. Prolungano te, certe cose.
Luca Bernini
Rockol, Gibilterra
Qui tutti i contenuti dello speciale di Rockol su Lucio Battisti nel ventennale della scomparsa.