I-Days 2018, giorno 3: Il report del concerto di Noel Gallagher e Placebo a Milano

Continua senza sosta l’Independent Days Festival, noto ai più come I-Days, che quest’anno si svolge presso Area Expo Experience di Rho, poco fuori Milano. Dopo il primo giorno, segnato dai concerti di Killers, Liam Gallagher e Richard Ashcroft, il secondo che ha visto protagonista la band guidata da Eddie Vedder, la rassegna milanese è arrivata al suo terzo appuntamento.
La terza giornata degli I-Days Festival 2018 ha visto come headliner della serata Noel Gallagher con i suoi High Flying Birds. Il concerto del maggiore dei fratelli Gallagher è stato aperto dai Placebo di Brian Molko e Stefan Olsdal.
I Placebo sono saliti sul palco degli I-Days quando il sole ancora picchiava sulle teste dei tanti fan già presenti nell’arena. Brian Molko e Stefan Olsdal, tutti rigorosamente in nero, hanno ripercorso per poco più di un’ora la loro storia musicale, aprendo con il loro classico del 1998 “Pure Morning”. La band britannica non sbaglia un colpo, la voce Brian Molko è ancora quella che tutti abbiamo amato e il basso di Stefan Olsdal è potente e avvolgente.


Prima della fine c’è spazio anche per un omaggio ai Cure, con “Let’s go to bed”, per poi chiudere il tutto con “Infra- red”. Altro che supporter, i Placebo potrebbero essere benissimo gli headliner della serata.
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L’arena inizia così a riempirsi e l’attesa per vedere il “genio degli Oasis” sale. Il maggiore dei fratelli Gallagher torna in Italia dopo la tranche primaverile del “Stranded on the Earth World Tour”, e le tre tappe estive precedenti a questa di Taormina, Napoli e Roma.
Sono passate da un po’ le nove e mezza e finalmente Noel, accompagnato dai fedeli High Flying Birds sale sul palco, ed è subito rock genuino e puro. La band, dopo un lungo tour assieme è ormai perfettamente rodata, il suono è solido e ben calibrato e la voce di Noel non lascia intravedere alcun segno di cedimento. I tre brani iniziali, tutti presenti nell’ultimo disco “Who Built the Moon?”, sono potenti e diretti e “Holy Mountain”, la più ballabile di tutte, è arricchita da dei fiati meravigliosi. Dopo le recenti “It's a Beautiful World” e “In the Heat of the Moment”, è tempo per il passato, e dopo aver salutato e ringraziato Milano, arriva il primo brano degli Oasis. “Little by Little” è accolto dal boato del pubblico che canta ogni singola parola del classico dei fratelli Gallagher, ma non è finito qui, subito dopo è il turno di “The Importance of Being Idle”.


Il pezzo più emozionante dal punto di vista musicale è “The Right Stuff” che, con il virtuosismo vocale di YSEÉ e la parte strumentale di chitarra e fiati ha regalato al pubblico un momento di grande musica. Nel finale non possono mancare ancora gli Oasis: “Go let it out” e l’infinita “Don’t Look back in Anger” precedono l’ormai classica canzone di chiusura “All You Need Is Love” dei Beatles.


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Guardando tra il pubblico della serata quello che si percepiva era un clima di festa, un clima gioioso, una festa per tutti: c’erano genitori che ballavano con i loro bambini, giovanissimi che si sono appassionati agli Oasis grazie ai fratelli maggiori e fan storici della band di Manchester. Un pubblico di persone che amano la musica, semplicemente quello, e non luci, coreografie e fuochi d’artificio.
L’unica pecca di un concerto perfetto è stata la durata dello show. Veramente breve e con una scaletta dimezzata rispetto alle altre date italiane.
Mario Guerci
SCALETTA NOEL GALLAGHER'S HIGH FLYING BIRDS
Fort Knox
Holy Mountain
It’s a beautiful world
In The Heat of the Moment
Dream On
Little by Little (Oasis)
The Importance of Being Idle (Oasis cover)
She Taught me How to Fly
Half the World Away (Oasis cover)
Wonderwall (Oasis cover)
Aka... What a Life!
The Right Stuff
Go let it out (Oasis cover)
Don’t Look back in Anger (Oasis cover)
All You Need Is Love (Beatles cover)
SCALETTA PLACEBO
Pure morning
Loud Like Love
Jesus’ Son
Soulmates
Special needs
Too many Friends
Twenty Years
Devils in the details
Protect me from what I want
For What it’s Worth
Slave to the Wage
Special K
Song To Say Goodbye
The Bitter End
Let’s go to bed (The Cure cover)
Infra- red

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