Calum Scott - la recensione di "ONLY HUMAN"

L'artista britannico propone un disco d'esordio che segue la scia dei suoi riferimenti musicali - Adele, Sam Smith, Ed Sheeran - con una marcata insistenza, dal punto di vista delle tematiche, sul suo travagliato percorso di coming out.

Segue in tutto e per tutto il tono e le atmosfere della canzone con la quale Calum Scott ha fatto la sua bella figura al talent show Britain’s Got Talent nel 2015 il disco d’esordio dell’artista britannico nato nello Yorkshire. Il brano era “Dancing On My Own”, reso celebre dalla cantante svedese Robyn nel 2010 e da lei composto insieme a Patrik Berger. All’epoca della sua uscita, Robyn aveva detto della traccia che si trattava di un tributo a “quegli inni gay da discoteca intrinsecamente tristi”. Ecco, “Only Human”, è in qualche modo questo, e non a caso contiene ben due versioni di “Dancing On My Own”, una delle quali nel remix del DJ e produttore olandese Tiësto.

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