Vinyl ID: “Pearl Jam”, Pearl Jam

“Every day is a vinyl day” è un’iniziativa che ha lo scopo di far riscoprire e rivalutare il patrimonio discografico italiano ed internazionale di Sony anche nel formato "classico" del 33 giri in vinile. Radio Capital e Rockol sono media partner ufficiali dell’iniziativa, guidando ogni giorno all’ascolto di un album, anzi di un 33 giri, tra storie e aneddoti. L’appuntamento su Radio Capital è dal lunedì al venerdì in SettantaOttantaNovanta dalle 16 alle 17 e il sabato in Back & Forth tra le 16 e le 18.

I Pearl Jam non avevano mai fatto passare quattro anni fra un album e l’altro, ma “Pearl Jam” o “Avocado” com’è noto per via della copertina è uno dei lavori più sofferti del gruppo di Seattle. È frutto di session protratte più a lungo di quanto la band pensasse, ha avuto per un certo periodo un’identità indefinita, è arrivato quando i Pearl Jam cercavano di costruirsi una nuova identità dopo la fine del contratto con la Sony, è stato lavorato dopo la rielezione di George W. Bush e durante la guerra in Iraq. Alla fine tutto questo tumulto è servito per dare energia a un lavoro vibrante e vario, che passa da sfuriate intense a ballate toccante e mette da parte certe sperimentazioni dei due dischi precedenti a favore di un sound “classico”.

Pubblicato:
2 maggio 2006, J Records

Stato culturale:
Da una parte, è il disco dell’indipendenza dei Pearl Jam, che lo concepiscono e realizzano senza avere alle spalle una  grande etichetta discografica e lo “vendono” alla J Records del leggendario di Clive Davis. Dall’altra è l’album in cui emozioni negative, dallo smarrimento per la morte di un amico alla guerra alla disoccupazione, vengono rielaborate in modo ora saggio, ora rabbioso.

La produzione:
La prima cosa che colpisce sono i muri di chitarre elettriche. In realtà, il disco alterna brani duri come il singolo “World wide suicide” e “Comatose” a ballate emozionanti come “Come back” e “Parachutes”, pezzi anticonvenzionali per il gruppo come “Inside job” e canzoni springsteeniane come “Gone”. È il secondo album del gruppo prodotto con Adam Kasper, l’ultimo prima del ritorno di Brendan O’Brien che l’ha però remixato nel 2017 per la versione rimasterizzata che è stata pubblicata in doppio vinile. O’Brien ha reso il suono più secco e, in alcuni casi, ha separato in modo diverso la musica sui due canali, aumentando così la “presenza” del suono.

La canzone fondamentale:
“Life wasted” apre l’album dettandone in tono e la filosofia: trarre un qualche insegnamento positivo da un evento negativo. In questo caso, è la morte dell’amico Johnny Ramone a ispirare a Eddie Vedder a scrivere questa canzone in cui, di fronte alla costante minaccia della morte, si incita a vivere in modo pieno e senza rimpianti.

La tracklist:
Lato A:
Life wasted
World wide suicide
Comatose
Severed hand

Lato B:
Marker in the sand
Parachutes
Unemployable
Big wave

Lato C:
Gone
Wasted reprise
Army reserve
Come back

Lato D:
Inside Job

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