Lorde, un concerto in Israele a rischio dopo una lettera aperta di due fan (una israeliana, l'altra palestinese)

La star di "Melodrama" starebbe meditando di cancellare un concerto in Israele dopo aver letto un messaggio fattole pervenire via Twitter da due sue fan, Justine Sachs e Nadia Abu-Shanab, neozelandesi come lei ma rispettivamente di origini israeliane e palestinesi.

"Suonare in Israele lancerebbe un messaggio sbagliato", scrivono le due ammiratrici a Lorde: "Esibirsi a Tel Aviv sarebbe interpretato come un tuo supporto alla politica di Israele, anche in assenza di tue dichiarazioni esplicite al proposito. Un effetto del genere non può essere evitato nemmeno con la migliore musica e le migliori intenzioni".

"Ho preso nota", ha risposto, via Twitter, Lorde: "Ne sto parlando con molta gente e non sto trascurando alcuna opzione. Grazie per avermi informato, anch'io non smetto mai di imparare".

L'inclusione di Israele nell'itinerario dei tour è per molti artisti di primo piano sul panorama internazionale una vexata quaestio: in tempi recenti sull'argomento si sono confrontati molto duramente Nick Cave - che dopo anni di assenza dai palchi dello stato ebraico ha deciso di tornare a esibirsi a Tel Aviv - e Roger Waters, da sempre (insieme a Brian Eno) uno dei più accesi sostenitori della linea oltranzista nel boicottaggio "musicale" al governo locale, accusato vessare con politiche eccessivamente autoritarie la locale comunità arabo-palestinese.

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