"Rock Therapy": una canzone per favorire la concentrazione. "I put a spell on you"
Dal libro "Rock Therapy" di Massimo Cotto (Marsilio) proponiamo una "pillola" terapeutica: la canzone di oggi serve a favorire la concentrazione.
I put a spell on you
Screamin’ Jay Hawkins
singolo, 1956
Da non credere.
Come molte storie del rock, del resto. Come infiniti casi dove la realtà supera la fantasia e da un errore nasce una carriera, una storia, una leggenda. Jay Hawkins è un ragazzo eccentrico dell’Ohio che si è guadagnato il soprannome di «Screamin’» da quando canta imitando lo stile di shouters come Big Joe Turner. Ha 27 anni, un’età in cui, nell’imminente era del rock, molti moriranno iscrivendosi al Club più terribile della storia. Nel 1956, Screamin’ è vivo e vegeto, ma anche perennemente ubriaco e su di giri. Entra in studio per registrare "I Put a Spell on You", una ballata lineare e tranquilla. Il problema è che Screamin’ è fuori di testa e, invece di cantare come si canta normalmente una ballata, urla come un ossesso, un indemoniato, un posseduto. Non da meno sono i musicisti. Il risultato è un sabba infernale, un rito macabro e quasi cannibalistico dove si respira paura e ossessione. La casa discografica censura buona parte delle urla di Hawkins e pubblica quel che si può sopportare.
Imprevedibilmente, "I Put a Spell on You" vende oltre un milione di copie e scatena l’inferno attorno a Hawkins. Tutti lo vogliono, tutti gli chiedono di replicare quel rito. Il problema è che lui non sa come fare, perché era totalmente ubriaco quando ha cantato in studio, stravolgendo la struttura originale, così, incredibile ma vero, deve riascoltare l’incisione e impararla a memoria. Alan Freed, storico deejay dell’epoca, gli offre 300 dollari per salire sul palco e presentarsi al pubblico uscendo da una bara. Hawkins accetta e dà il via a una nuova forma di rappresentazione scenica, con tanto di teschio con annessa sigaretta, fumo, fiamme, mantelli e Grand Guignol. Tutti elementi che fanno di lui un Vincent Price nero, un precursore dello shock-rock e anche, in una certa maniera, del gothic e del dark. A volte, certo, Hawkins scade nel pagliaccesco, ma tutto va contestualizzato storicamente.
"I Put a Spell on You" è diventato un classico, riletto da infiniti artisti anche al di fuori del blues, tra cui i Creedence, gli Animals, Nina Simone, i Them di Van Morrison, Nick Cave, Joe Cocker, Marilyn Manson, Annie Lennox, Santana e Diamanda Galas.
