Lo scontro è tra due maestri, uno della canzone, il tenebroso australiano leader dei Bad Seeds, l'altro della fotografia, il fotografo rock apprezzato da Lou Reed e da tantissimi altri - ai quali spesso, coi suoi scatti, ha illustrato le copertine degli album - Guido Harari.
A far insorgere l'artista nato al Cairo ma di nazionalità italiana è stata un'iniziativa promossa dal sito ufficiale di Nick Cave, che invita i fan a condividere con il suo staff le fotografie amatoriali scattate ai suoi concerti: "So che voi ragazzi, coi vostri smartphone, state facendo alcune delle migliori foto di concerti del pianeta", si legge nella nota pubblicata su nickcave.com, "Ne abbiamo postate diverse su Instagram e sono straordinarie. (...) Sono, in poche parole, una nuova forma di fotografia rock'n'roll, cruda e coinvolgente, che non si basa sull'osservazione ma sull'esperienza del momento. Nick Cave e i Bad Seeds sono sempre alla ricerca di foto dal vivo: vorremmo usare le vostre. Se siete d'accordo, speditecele alla massima risoluzione possibile a badseedslivephotos@gmail.com".
L'iniziativa non è sfuggita ad Harari, che - appunto - da quasi mezzo secolo delle fotografie ai concerti ha fatto una professione e un'arte:
"Non fatevi distrarre dalla parola 'amore'", scrive il fotografo nella sua risposta "social" a Cave: "Questo è chiaramente il trucco più recente per sfruttare i fan ad un livello assolutamente nuovo. La 'nuova forma di fotografia rock ‘n’ roll', richiesta 'nella risoluzione più alta possibile' (attenzione, così siamo oltre il semplice uso web), non può che essere usata ed abusata a titolo gratuito, da qui all'eternità. Mi dispiace, ma ho perso ogni rispetto per certi artisti e management. Le 'migliori foto live sul pianeta' meritano non solo un semplice riconoscimento, ma, per correttezza, dovrebbero essere puntualmente pagate".