"Questa è stata la mia gioventù, quando riascolto questa canzone mi sento un ragazzo di 16 anni".
"Il mio primo amore, facevo la terza media! Quanti ricordi, quanta nostalgia! Quella sensazione di tranquillità senza un reale motivo: una giornata al mare, gelato al gusto cioccolato, mia madre che mi chiama per cena, la mia mente rivolta a quel ragazzino con gli occhi color nocciola".
"Stavo facendo il militare a Roma, si ascoltava questo brano in tutti i bar".
Sono solo alcuni dei commenti sotto al video dell'esibizione di Umberto Tozzi alla finale del Festivalbar 1977, su YouTube: era il 18 settembre di quarant'anni fa e il patron della manifestazione canora, Vittorio Salvetti, incoronava Tozzi vincitore del festival estivo con la sua "Ti amo". All'epoca non esisteva ancora il televoto e non esistevano neppure le votazioni su internet. Il meccanismo prevedeva che ai juke-box dei bar venissero applicati dei "contatori" per conteggiare quante volte una canzone veniva ascoltata. Si sceglieva la canzone che si voleva ascoltare, si inseriva il gettone (50 lire per una canzone, 100 lire per tre canzoni) e il juke-box la "suonava": alla fine dell'estate, poi, si sarebbe fatto il conteggio dei gettoni ricevuti da ogni canzone e quella più "gettonata" sarebbe stata proclamata vincitrice del Festivalbar. "Il ricordo che ho di quell'estate è uno sconvolgimento totale della mia vita. Arrivavo da un primo disco, uscito l'anno precedente, che si era rivelato un totale insuccesso: si intitolava 'Donna amante mia'. Onestamente non pensavo che quel singolo, 'Ti amo', potesse esplodere così", ricorda il cantautore.
Alla fine del 1977 "Ti amo" risultò essere il secondo singolo più venduto in Italia in quell'annata, secondo solamente ad "Amarsi un po'" di Lucio Battisti. In una classifica con molti titoli stranieri, il singolo di Tozzi era riuscito a fare meglio dei Matia Bazar e della loro "Solo tu" (sul gradino più basso del podio), dei Pooh e della loro "Dammi solo un minuto" (uscita diversi mesi dopo "Ti amo", la canzone di Facchinetti e soci dovette accontentarsi del quindicesimo posto) e degli Homo Sapiens e della loro "Bella da morire" (diciannovesimo posto). Solo a citare i titoli di queste canzoni vengono i brividi: e sì, quelli sono stati davvero anni irripetibili per il "pop" italiano.
E pensare che fino a qualche mese prima il nome del cantautore torinese non era nemmeno così conosciuto al pubblico italiano. Fino al 1976, l'anno in cui debuttò come solista, Tozzi aveva sì fatto una serie di esperienze, ma sempre dietro le quinte: era stato session man della Numero Uno di Battisti, aveva suonato come chitarrista per la band La Strana Società e poi aveva firmato canzoni incise da - tra gli altri - Mina, Mia Martini, Fausto Leali, Marcella Bella e Wess & Dori Ghezzi (la musica di "Un corpo e un'anima" era sua, e di Damiano Dattoli). "C'era fame, all'epoca. E la fame ci spingeva a prenderci tanti rischi per inventarci il mestiere. Andavo a fare musica dove capitava: club, discoteche, suonavo la chitarra per le band, per guadagnare quelle poche lire", racconta.
Quando uscì "Ti amo" la critica musicale dell'epoca pensò che il successo di Tozzi fosse solamente un fuoco di paglia e che quel singolo fosse solamente un tormentone usa-e-getta: sarebbe finito nel dimenticatoio con la stessa velocità con cui aveva scalato le classifiche (arrivando, nel luglio del 1977, alla posizione numero uno della hit parade italiana). Invece fu solamente il primo di una serie di successi: nel 1978 arrivò "Tu" (quarto posto nella classifica di fine anno, sopra "Figli delle stelle", "Pensiero stupendo" e "Triangolo"), nel 1979 fu la volta di "Gloria", nel 1980 quella di "Stella stai". "Succede sempre così: quando esce un ragazzo giovane e comincia ad avere successo fondamentalmente dà fastidio, e cercano di ucciderti", scherza, "io non capivo perché mi attaccassero in quel modo, non vedevo niente di male in quello che facevo. Comunque bisogna considerare che quella era un'epoca abbastanza difficile: in quegli anni c'era la tendenza ad apprezzare di più chi faceva musica cosiddetta 'impegnata'...".
Non solo: nel giro di pochi anni per Tozzi e le sue canzoni arrivò anche il successo internazionale. "Ti amo", che già nel 1977 era stata reinterpretata in francese (da Dalida) e in tedesco (da Howard Carpendale), nel 1984 arrivò negli Stati Uniti grazie alla versione di Laura Branigan, che già nel 1982 aveva portato al secondo posto della Billboard Hot 100 "Gloria". Gli americani la suonano ancora oggi, soprattutto durante le feste dei matrimoni: non solo nella versione della Branigan, ma anche nella versione originale di Tozzi.
Pare che "Gloria" piacesse molto anche a personaggi vicini agli ambienti della musica "colta", come il direttore d'orchestra Herbert von Karajan: "Mi raccontarono che un giornalista che si occupava di musica classica andò ad intervistarlo. C'era la radio accesa e ad un certo punto von Karajan interruppe il giornalista per ascoltare la radio perché stavano passando 'Gloria'. Da musicista ho vissuto in pieno un periodo irripetibile sul piano musicale, gli anni '60, e ho assorbito molto quello che arrivava dal Regno Unito. Di italiano c'era ben poco: il suono, gli arrangiamenti, era tutto abbastanza nuovo, per l'epoca".
Sul palco dell'Arena di Verona, il prossimo 18 settembre, non vedremo il venticinquenne dai capelli lunghi e un poco rossi con pantaloni di pelle colorati e giacca di velluto di quarant'anni fa, ma un signore di 65 anni che ha scritto pagine importanti della musica "pop" italiana e che, per l'occasione, le ripercorrerà più o meno tutte.
E mentre Tozzi si appresta a festeggiare i quarant'anni di "Ti amo", il pubblico riscopre "Tu". A qualcuno sarà capitato di ascoltare "Tu sei", il pezzone dance che Gabry Ponte ha pubblicato insieme a Danti dei Two Fingerz, e avrà trovato molto familiare la melodia: è l'hook della canzone di Tozzi, che l'ex dj degli Eiffel 65 ha utilizzato come sample per il suo singolo. "Sono contento degli omaggi che i nuovi artisti fanno alle mie canzoni, è gratificante. Luis Fonsi, quello di 'Despacito', qualche hanno fa ha pure inciso una cover in lingua spagnola di 'Stella stai'", commenta lui. Le discoteche italiane hanno suonato "Tu sei" tutta l'estate e il videoclip ha più di 20 milioni di visualizzazioni su YouTube: "Che ne sanno i 2000", verrebbe da dire, citando un altro pezzo di Gabry Ponte.
di Mattia Marzi