
Nemici pubblici, di nome e di fatto: i due leader e volti storici dei Public Enemy sono in causa. Flavor Flav, vero nome William J. Drayton, ha infatti citato in giudizio Chuck D e gli altri membri della band per il mancato pagamento di diritti d'autore e diritti sul merchandising.
Si legge nella citazione, presentata dal legale A. Eric Bjorgum lo scorso 29 agosto:
Nonostante il ruolo di Drayton nei Public Enemy, il gruppo e le relative società hanno per anni tentato di usare la fama e la persona di Drayton per commercializzare il marchio. (...) I pagamenti sono diminuiti a quasi nulla, gli è stato rifiutata la possibilità di vedere i conti, anche sugli oggetti che lo rappresentano.
Secondo quanto riporta Billboard, la causa è diretta anche a Gary "G-Wiz" Rinaldo, SLAMjamz Records, Reach Music Publishing, Inc., Carlton Ridenhour (Chuck D), Sounddome Entertainment, Inc., manager Clifton "Greg" Johnson e alla Xecutive Entertainment, e sostiene che Flav da anni non riceva adeguata compensazione economica relativa ai diritti d'autore delle oltre 50 canzoni che ha scritto.
Inoltre, i giganti dell'hip hop statunitense avrebbero realizzato l'ultimo album "Nothing Is Quick In The Desert" senza il suo consenso e autorizzazione: Flav si sarebbe recato in studio, ma pensando si trattasse di prove e senza essere consapevole che quelle registrazioni - che lui ritiene non ai suoi standard - sarebbero state poi utilizzate:
Il 29 giugno 2017, Drayton è rimasto scioccato nell'apprendere della pubblicazione di un nuovo album Public Enemy: la sua immagine è stata usata in diversi media per promuovere l'album. Non aveva mai sentito né l'album né i mix finali.
L'ultimo album dei Public Enemy è stato reso disponibile gratuitamente lo scorso giugno su BandCamp.
"Dopo trent'anni, 106 tour in 105 paesi e innumerevoli dischi, grazie! Questo è per voi: prendetelo, finché è gratis", ha spiegato al tempo Chuck D: "'Nothing Is Quick In The Desert' ('Niente è veloce nel deserto') è un'espressione che uso quando un non addetto ai lavori osserva l'industria discografica: sembra morta come un deserto, ma il deserto è pieno di vita, se si sa dove guardare e dove ascoltare. C'è il cactus, per esempio, che assorbe l'acqua e la immagazzina nelle proprie radici, e ci sono creature che prosperano in un ambiente così secco da essere proibitivo per altre. Se si tratta di sopravvivere nel deserto, essere nella media - o sotto di essa - si paga. All'industria musicale può essere applicata questa analogia: è sempre in movimento. Ha solo bisogno di essere ridefinita".