Abbiamo già riferito giorni fa il contenuto di un articolo dell'agenzia Reuters riguardante i piani di sbarco negli USA del servizio di vendita di biglietti per concerti da parte di Amazon (già sperimentato in UK).
Ora la rivista specializzata "Billboard" torna sull'argomento ribadendo che i colloqui fra Amazon e Live Nation/Ticketmaster sono in corso, ma l'accordo non procede speditamente.
Oltre al nodo del contendere già evidenziato dalla Reuters (e cioè l'utilizzo dei dati personali degli acquirenti), il punto controverso riguarda il fatto che Amazon intenderebbe abolire, per i suoi clienti Prime, il ricarico della prevendita, sostituendolo con un abbonamento flat; cosa della quale promoter, locali e artisti, che di quell'importo di prevendita si prendono una fettina, non sono granché contenti.
Inoltre, scrive "Billboard", le due società hanno interessi diversi, sebbene non divergenti: ad Amazon interessa vendere i suoi clienti a buon prezzo i biglietti per gli spettacoli più richiesti, a Live Nation interessa spingere le vendite dei concerti che non sono ancora sold out e presumibilmente faticheranno ad arrivarci, dato che mediamente il 45 per cento dei biglietti rimane invenduto.
Non aiuta il procedere del dialogo il fatto che, pare, la posizione di Amazon non sia priva di un certo eccesso di autostima: "Noi siamo bravi a vendere le cose, quindi dovreste essere contenti di farcele vendere".