Quella volta che Rod Stewart aiutò un ladro a rubargli la Porsche

Los Angeles, Sunset Boulevard, 1982. Sono le dieci del mattino.
Rod Stewart è proprietario di un palazzo disabitato che qualcuno vorrebbe affittare per trasformare in ristorante.
Nel frattempo, Rod usa quel posto come magazzino. Arriva con la sua Porsche Carrera nera fiammante. A bordo c’è anche sua figlia Kimberley, che ha due anni. Rod parcheggia la Porsche e, mano nella mano a sua figlia, entra nel palazzo, lasciando socchiuso il portone d’ingresso. Poco dopo si materializza una figura. Ha in mano una pistola, che punta contro Rod e la bimba. È molto agitato, trema e suda. È chiaramente un dilettante, il che rende ancora più pericolosa la situazione. Un ladro professionista non sparerebbe mai, se non provocato; un ladruncolo sì, se gli saltano i nervi.
“Dammi le chiavi!”, urla. “Mettiti contro il muro e dammi le chiavi.”
Rod Stewart gli butta le chiavi e anche il portafoglio, per stare più tranquillo. Gli dice: “Vai, nessun problema. Vai e divertiti”.
Rod abbraccia la figlia e la tranquillizza, poi si accorge che qualcosa non torna. Fuori regna sovrano il silenzio. Impossibile. Perché non è ancora andato via con la macchina?
Un attimo dopo, il ladro torna nel palazzo dice, sempre più agitato: “Non riesco ad accenderla”.
Questa è la storia di quando Rod Stewart scese in strada ad aiutare il ladro che voleva rubargli la macchina a metterla in moto.
Questo aneddoto è estratto dal libro "Rock bazar - volume secondo" di Massimo Cotto, edito da Vololibero Edizioni (344 pagine, 15,30 euro)