Da riscoprire: la storia di "Rimini" di Fabrizio De André

Reduce dalla collaborazione con Francesco De Gregori, con  il quale ha scritto buona parte delle canzoni di “Vol. 8”, nel 1977 Fabrizio De André stringe un altro sodalizio che si rivelerà fruttuoso con un cantautore ancora più giovane. Si chiama Massimo Bubola, ha 23 anni, ha alle spalle un album intitolato “Nastro giallo”. Con lui De André scrive tutte le canzoni originali di “Rimini”. Le session si tengono prima al Castello di Carimate, poi a Roma dove, racconta Cristiano De André, l’arrangiatore scozzese Tony Mimms “aveva dei cali di umore terrificanti, e fu proprio durante una di queste crisi che, davanti ai suoi figli, salì sul cornicione dell’albergo e disse loro con accento scozzese: ‘Adeso sapite chi sucede? Sucede chi papà si mazza’. Mio padre subentrò trafelato e chiamò subito l’ambulanza”. Alla fine, il posto di Mimms viene preso da Gian Piero Reverberi e nuove session si tengono a Milano.

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È Bubola a raccontare, nel libro di Riccardo Bertoncelli “Belìn, sei sicuro?”, la genesi dell’album: “Decidemmo di dedicare il disco ad analizzare i difetti di questa piccola borghesia italiana, così anemica e gretta… La nostra è una piccola borghesia di ex bottegai, molto limitata, molto ignorante, basta guardare lo specchio della sua TV odierna”

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