Le novità discografiche danno esiti commerciali incerti e vengono regolarmente scippate dai cybernauti, e così alle major discografiche non resta che aggrapparsi più possibile al loro repertorio storico. In prima linea su questo fronte c’è la Universal, titolare del più grande “back catalog” al mondo, che sulla fortunata collana “20th Century Masters/The Millennium Collection” ha deciso ora di investire diversi milioni di dollari in pubblicità, comprando pagine su Rolling Stone e su Vanity Fair.
La serie antologica ha già toccato le 350 emissioni in formato Cd (solitamente con Dvd aggiunto) vendendo complessivamente oltre 31 milioni di copie nei soli Stati Uniti, in base alle rilevazioni statistiche effettuate da Nielsen SoundScan. “The best of Lynyrd Skynyrd”, arrivato alla rispettabilissima quota di 1 milione e mezzo di copie, risulta finora il titolo più venduto, ma un’altra sessantina di raccolte contraddistinte dal marchio Universal hanno venduto più di 100 mila pezzi. Negli Usa, le antologie 20th Century Masters costano meno di 10 dollari (in Italia intorno ai 9/9,50 euro): “Poco più di un singolo”, ha osservato il responsabile marketing e vendite della casa discografica Richie Gallo; “anche per questo abbiamo deciso di impostare la campagna pubblicitaria (il claim recita “I love that song”, “Amo quella canzone”) sulle singole canzoni contenute nei dischi e non sugli artisti”.
La serie antologica ha già toccato le 350 emissioni in formato Cd (solitamente con Dvd aggiunto) vendendo complessivamente oltre 31 milioni di copie nei soli Stati Uniti, in base alle rilevazioni statistiche effettuate da Nielsen SoundScan. “The best of Lynyrd Skynyrd”, arrivato alla rispettabilissima quota di 1 milione e mezzo di copie, risulta finora il titolo più venduto, ma un’altra sessantina di raccolte contraddistinte dal marchio Universal hanno venduto più di 100 mila pezzi. Negli Usa, le antologie 20th Century Masters costano meno di 10 dollari (in Italia intorno ai 9/9,50 euro): “Poco più di un singolo”, ha osservato il responsabile marketing e vendite della casa discografica Richie Gallo; “anche per questo abbiamo deciso di impostare la campagna pubblicitaria (il claim recita “I love that song”, “Amo quella canzone”) sulle singole canzoni contenute nei dischi e non sugli artisti”.
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