Sanremo 2017, Marianne Mirage dopo l'eliminazione: 'Forse sono passate le canzoni più semplici'

"L'eliminazione? L'ho vissuta malissimo. Dopo essere uscita dal Teatro Ariston sono tornata in albergo, mi sono seduta su uno sgabello e sono tornata a suonare chitarra e voce 'Le canzoni fanno male'. Ha ripreso forma, è una canzone talmente malinconica che in questa veste emoziona di più. L'arrangiamento orchestrale di Sanremo rende tutto 'catastrofico', enorme e pompa un po' le cose. Quando una canzone è scritta bene ed è bella, funziona anche chitarra e voce", a parlare è Marianne Mirage, che ieri sera ha presentato sul palco dell'Ariston, in gara tra le Nuove Proposte, il brano scritto da Francesco Bianconi e Kaballà.
Data per favorita alla vittoria finale della categoria cadetti - anche dai bookmaker - la cantautrice non è riuscita a conquistare un posto per la finale di venerdì: "Sono passate le canzoni più semplici, forse, ma non voglio far polemica", dice all'indomani della sua eliminazione, "solo adesso mi rendo conto che per i telespettatori del Festival di Sanremo, recepire questa canzone poteva essere difficile, perché non è la classica canzone sanremese. Anzi, magari critica pure quel tipo di canzoni: 'Le canzoni fanno male, troppe rime cuore-amore, poi non sono neanche divertenti', canto nel ritornello.
Classe 1993, Marianne Mirage - vero nome Giovanna Gardelli - si è avvicinata alla musica da piccolissima: "Ero piccola e viaggiavo in macchina ascoltando i dischi", racconta, "mio padre ascoltava jazz, un genere che ho masticato parecchio. Ho imparato a suonare la chitarra grazie ai Nirvana. Secondo me, questa dicotomia ha giocato un ruolo fondamentale sulla mia identità musicale di oggi: da una parte sono sofisticata, dall'altra c'è un lato più crudo e grunge. Adesso mi sto avvicinando molto al soul e alla musica rap, è uno stile che mi piace".
E proprio in uno di questi locali è avvenuto, per la cantautrice, un incontro importante: "Mi ha avvicinato un ragazzo che lavorava per la Sugar, un talent scout vecchia scuola. Mi ha detto: 'Perché non mi porti un disco con le tue canzoni, che le faccio ascoltare a Caterina Caselli?'. Un mese dopo mi sono ritrovata a colloquio diretto con Caterina Caselli e il suo staff: mi hanno fatto cantare 40 canzoni in lingue diverse, dall'italiano all'inglese, passando per il francese e il portoghese, accompagnandomi con la chitarra. Dopo una settimana, il contratto era pronto. In Caterina ho trovato la persona giusta per provare a tirare fuori qualcosa di nuovo: è una donna che rischia".
È stata "Le canzoni fanno male" che ha chiamato il Festival di Sanremo, racconta Marianne Mirage: "Questo pezzo girava tra le case discografiche e dopo averlo ascoltato ho detto: 'Voglio portarlo a Sanremo'. Mi sembrava una canzone abbastanza semplice e intuitiva, con un ritornello immediato. Quando ho fatto ascoltare a Bianconi la mia versione, lui ne è rimasto molto colpito: ci siamo chiusi in casa ad ascoltare musica ed è nata una bella collaborazione tra noi. Mi ha anche accompagnato qui a Sanremo, abbiamo passato insieme la serata dell'eliminazione".
Alcuni giornalisti della sala stampa dell'Ariston hanno protestato per un presunto malfunzionamento del votatore fornito dall'Ipsos, la società che riceve ed elabora le votazioni per il Festival di Sanremo: "Stamattina ho letto sui giornali che la mia esibizione è piaciuta", commenta la cantautrice, "la stampa è sintomo di qualità e la qualità, secondo me, premia a lungo termine e non a breve termine. Sono felice che la canzone stia avendo un buon riscontro in radio, per ora. Non sono passata io, ma almeno è passata lei: non mi sono pianta addosso, la canzone va avanti".
Il brano fa parte del nuovo progetto discografico di Marianne Mirage, l'omonimo EP (disponibile solo in digitale) contenente altre tre brani. Alla scrittura dei pezzi hanno partecipato autrici come Federica Abbate e Cassandra Raffaele: "Poi ci saranno tanti concerti: si parte il 25 marzo dall'Auditorium Parco della Musica di Roma", anticipa la cantautrice.

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