Brunori sas - la recensione di "A CASA TUTTO BENE"

A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro, il cantautore calabrese Brunori Sas torna sulle scene con un nuovo album intitolato "A casa tutto bene". Il disco, anticipato dal singolo "La verità", prova a raccontare con un linguaggio diretto la società italiana di oggi e lo fa con una manciata di canzoni con un linguaggio che prende in prestito le espressioni della rabbia omofoba dei social, dei tassisti romani e delle vecchiette in sala d'attesa. Del disco, Brunori dice: "Ci sono testi che hanno un linguaggio molto diretto, arrivano spesso prima della musica. Con il produttore Taketo Gohara e con la band volevamo dare un segno preciso: che c'era, cioè, l'intenzione di curare tanto i testi quanto la musica. C'era l'idea di parlare di determinati argomenti, di farlo con un tono diverso rispetto al passato: stavolta sono stato molto più attento di non cadere tentatazione di scrivere canzoni che non stavano nell'idea del disco". 

Abbiamo ascoltato "A casa tutto bene" ed ecco cosa ne pensiamo:
 

Il risultato è un disco musicalmente più complesso e stratificato rispetto ai precedenti di Brunori, che mischia i ritmi della Calabria ai suoni più freddi e sintetici della metropoli, le mandorle del '700 ai sintetizzatori, gli archi ai loop e alle drum machine. La produzione di Gohara è stata fondamentale: il "mago dei suoni" - lo chiamano così - è riuscito a far suonare bene un disco con dentro tanti strumenti e tanti suoni, a vestire le canzoni in un modo che coniuga la scrittura all'italiana di Brunori con delle sonorità che, talvolta, guardano fuori dall'Italia. 

 

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