Manca una settimana all'uscita di "Gigaton", il primo album dei Pearl Jam in sette anni. E se c'è un motivo per cui è così atteso, è l'approccio della band e del suo cantante al mondo e alla musica.
Se Eddie Vedder fosse solo un grande frontman, un bravo autore e un incredibile perfomer, se i Pearl Jam fossero una semplice band, sarebbe tutto più semplice: sarebbero uno dei tanti tasselli di quello stardom del quale ci occupiamo quotidianamente, niente di più e niente di meno. La band e l'ex commesso e guardia notturna che riuscì a diventare una delle leggende del grunge la sua band occupano, come pochissimi altri artisti - Bruce Springsteen, tanto per dirne uno - un posto particolare nel cuore dei fan. Sono amati solo per la musica che fanno, ma anche - e forse di più - per la persone che sono. O, meglio, che sono diventate, grazie soprattutto a quello che hanno fatto e detto nel corso degli anni dentro e fuori il palco, e in quella vasta zona grigia che separa i riflettori dalla vita di tutti i giorni.
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Steve Albini una volta disse che ci sono brave persone che fanno brutta musica e brutte persone che fanno bella musica. Eddie Vedder e i Pearl Jam, sicuramente, non rientrano in nessuna delle due categorie. Se ne siamo convinti è perché, nel corso degli anni, oltre ad ascoltare i suoi dischi, abbiamo assistito a storie come queste, che vi riproponiamo in attesa del nuovo disco.
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