Sono passati 16 anni - quasi 17 - ma la questione di Napster per i Metallica è ancora un'ombra molto presente. E non solo a livello di percezione per i loro fan: la band, infatti, periodicamente torna a parlarne, come se i Four Horsemen stessi rifiutassero di passare oltre e relegare, per quanto possibile, alla storia passata quell'episodio, che tanto fece scalpore, ma è ormai ufficialmente quasi preistoria.
Ricordiamo che la band nel 2000 fece causa alla piattaforma peer to peer Napster, che permetteva agli utenti di condividere file musicali, molti in violazione delle vigenti normative sul copyright). In seguito all'azione legale dei Metallica, Napster chiuse, per poi trasformarsi in un servizio legale, on demand e a pagamento.
L'ultima esternazione a questo proposito è del chitarrista solista Kirk Hammett, che in un'intervista rilasciata a "The Word of Wheeler" ha detto:
Se ho un rimpianto, è che nessun altro ci ha appoggiato durante la faccenda di Napster. Non so neppure se si può chiamare rimpianto. Credo sia, forse, più una delusione. Sono stato molto deluso perché altri musicisti che capivano la nostra posizione si sono limitati a supportarci, ma esponendosi il minimo indispensabile. Noi ci abbiamo messo la faccia. Alla fine della fiera, vorrei dire che quello che stavamo facendo aveva dei pregi - ed era fondato su basi solide. E infatti da quel momento, chiunque ha visto che l'industria musicale ha iniziato a crollare.
Hammett ha però aggiunto che da quegli eventi, la band ne è uscita rafforzata, mostrando la propria capacità di adattamento per sopravvivere a tutto:
Siamo versatili e molto bravi ad adattarci a seconda delle necessità. Abbiamo passato gli anni Ottanta, i Novanta e tutti i casini del mondo...
The guitarist adds that, while the situation was “unfortunate,” it underlined Metallica’s determination to survive. “We’re very good at adapting what we need to adapt to,” he says. “The eighties, the nineties, the naughties.”