Quella volta che un giornalista musicale tifoso non si accorse di aver avuto come vicino di posto allo stadio, per tutto il campionato, Roger Waters

Connor McKnight era un giornalista di musica. Scriveva per “Zig Zag”, una fanzine bellissima, di gran lunga migliore del 70% della stampa specializzata ufficiale. Connor aveva una grande passione, oltre al rock: l’Arsenal. Tutte le settimane, quando l’Arsenal giocava in casa, Connor mollava baracca e burattini, spegneva lo stereo e si spostava ad Highbury, per vedere la sua squadra del cuore.
Il suo vicino di posto era un vecchio conoscente dell’università, che arrivava allo stadio accompagnato da uno strano tipo, grande e grosso, che non parlava molto, non esultava nemmeno tanto quando l’Arsenal segnava e che, insomma, si comportava in maniera piuttosto anonima. Eppure Connor era convinto di averlo già visto da qualche parte, forse all’università, forse in qualche locale, a qualche festa.
Dopo due anni di partite viste fianco a fianco, saluti appena accennati e sorrisi stentati, finalmente Connor si decise a domandare a quello strano tipo, grande e grosso, cosa facesse nella vita. Lui rispose, tranquillamente, con lo stesso tono piatto che può avere uno che lavora in banca: “Sono musicista”.
“Oh davvero?”, disse Connor, già pronto a dirgli con malcelato orgoglio che lui scriveva su una fanzine chiamata “Zig Zag”. “E che tipo di musica?”, chiese ancora Connor. Il tipo strano, grande e grosso, aggiunse: “Suono in un gruppo chiamato Pink Floyd”.
Connor McKnight a momenti cadeva dalle gradinate.
Ecco perché l’aveva già visto.
Ecco dove l’aveva già visto.
Nella sua rivista.
Era Roger Waters.
Questo aneddoto è estratto dal libro "Rock bazar - volume secondo" di Massimo Cotto, edito da Vololibero Edizioni (344 pagine, 15,30 euro)