Pochi album hanno cambiato le sorti di un intero genere musicale. “Texas flood” l’ha fatto. Pubblicato nel giugno 1983, il disco di debutto di Stevie Ray Vaughan con i Double Trouble ha reso nuovamente cool il rock-blues, che in quel periodo è l’ultima delle passioni degli acquirenti di dischi. Tramontata l’epoca dei grandi strumentisti blues, i chitarristi che stanno facendo la storia in quegli anni suonano hard & heavy e i musicisti della vecchia guardia come Eric Clapton si stanno dedicando a musiche più prossime al pop. “Texas flood” cambia lo scenario. Il chitarrista riporta il blues in classifica, per un anno e mezzo. Il suo modo di suonare assieme viscerale e tecnico riaccende entusiasmi sopiti e nel giro di pochi mesi Vaughan diventa il bluesman bianco più chiacchierato al mondo. La formula del power trio basso-chitarra-batteria torna a fare sensazione.
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Nell’estate del 1982 Vaughan è un chitarrista di lungo corso, ma è conosciuto solo nel circuito dei club texani a un ristretta cerchia di appassionati che sanno che è il fratello minore di Jimmie Vaughan e che si esibisce con i Double Trouble, ovvero il bassista Tommy Shannon e il batterista Chris Layton.
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