Comunque vada a finire (lo sapremo a mezzogiorno, dalle 11 è in corso una riunione al vertice dell’Organizzazione con i legali) il pasticcio della votazione annullata e rifatta non è certo una bella figura per la RAI, per chi dirige la sala stampa (o meglio le sale stampa, perché c’è anche quella delle radio) e nemmeno per i giornalisti.
I danneggiati, purtroppo, sono entrambi i giovani artisti coinvolti: Miele perché, al di là dello choc di essere annunciata prima vincitrice poi sconfitta, ne esce – bene che vada – con il marchio della vittima; e Francesco Gabbani perché ne esce con quello del “risarcito”.
La sfida fra Miele e Gabbani era, per me, piuttosto dolorosa: perché Miele è una delle artiste che ho scelto in qualità di componente della commissione di Area Sanremo, e quindi mi sta a cuore, come – perché nasconderlo? – mi sta a cuore che questa edizione di Area Sanremo faccia bella figura negli annali del Festival. Ma la canzone di Francesco Gabbani è, secondo me, la migliore fra tutte le 28 che ho ascoltato in gara in questo Sanremo: quindi faccio il tifo per lui come vincitore. Ecco: questo per dire che chiunque avesse (o avrà) vinto dei due la sfida di ieri sera, io avrei vinto e perduto contemporaneamente.
Ciò premesso: la gestione dell’intera faccenda è stata a dir poco dilettantesca.
Punto 1: quando i giornalisti si sono accorti che il loro apparecchietto votatore non funzionava, avrebbero dovuto chiedere subito l’invalidamento del voto.
Punto 2: Nando Pagnoncelli e chi è responsabile del suo lavoro (presumo un funzionario RAI) avrebbero dovuto avvisare immediatamente che c’era stato un problema, e – in attesa di far rifare la votazione – avrebbero dovuto chiedere agli autori e a Carlo Conti (il quale, non dimentichiamolo, non è solo il presentatore ma anche il direttore artistico) che il risultato non venisse annunciato.
Punto 3: a chiunque sia minimamente dotato di buon senso appare ovvio che, nel caso che si è verificato, il perdente – e ancor più se si fosse trattato di Miele, data prima vincitrice e poi sconfitta – avrebbe avuto tutte le ragioni per presentare un ricorso. E quindi il verdetto della seconda votazione non sarebbe dovuto essere comunicato, come invece è stato fatto, ma si sarebbe dovuta rimandare la proclamazione del vincitore a oggi, una volta esaminata la questione anche dal punto di vista legale.
Insomma: una gestione che definire dilettantesca è generoso.
E l’unica soluzione possibile adesso – cioè riammettere anche Miele alla finale a quattro, facendola diventare una finale a cinque – pur essendo il minore dei mali, e anche la soluzione che personalmente caldeggio, penalizza in termini di possibile vittoria finale sia Miele sia Francesco Gabbani.
Mentre scrivo e pubblico non si conosce ancora quale sarà la decisione finale dell’organizzazione RAI: qualsiasi sia, lo ripeto, sarà una pezza forse peggiore del buco. E i colpevoli, per una volta, sono sotto gli occhi di tutti.
Franco Zanetti