Vinicio Capossela presenta in esclusiva per Rockol il cast dello "Sponz Fest".
Marco Detto
"Il Tenente Dum, che i capelli aveva tutti arricciati e rivolti verso l’alto come una vampa, e sempre camminava come galleggiando nell’aria, e niente lo toccava davvero, era una creatura della terra e con quelle si intendeva. Il tenente Dum non portava divisa. Camminava sulla terra in armonia con l’arcaico. Parlava alla luna. Sapeva sgozzare i galli, leggere le interiora e le zampe. Ammaestrava le serpi. Non portava lacci alle scarpe per liberarsene prima. Per meglio auscultare il dorso della terra sotto i palmi dei piedi, sotto il passo lunare. Il volto l’aveva inciso nella creta, arcaico come l’anima sua, che scavalcava lavatrici e ferri da stiro. Li riduceva a invenzione, e intanto passava oltre e posava i piedi nella pietra, nella lava e nel fuoco primigenio. Le rughe gli solcavano il volto da statua indigena. Era aborigeno. Ab origine, ma anche aberrigenes, girovago, viaggiatore. La chioma crespa, elettrica, selvatica e ricciuta. L’incedere primitivo. Lo sguardo aguzzo e incassato nel petto da tartaruga. L’intelletto acuto. Antico. Animista". ( da “Il paese dei coppoloni”)
(Vinicio Capossela)