Who, duetto con Bruce Springsteen su 'My generation' e 'Won’t get fooled again' - VIDEO

E' stata una serata speciale quella che, la scorsa notte, ha visto Roger Daltrey e Pete Townshend protagonisti sul palco del Best Buy Theater di New York per un evento benefico in favore di Musicares, fondazione istituita dalla National Academy of Recording Arts and Sciences in favore dei musicisti in difficoltà economiche: impegnati sulle scene americane per quello che è stato annunciato come il loro ultimo tour mondiale, gli Who, nella Grande Mela, hanno ospitato sul palco Bruce Springsteen, col quale hanno eseguito due cavalli di battaglia del loro repertorio, “My generation” e “Won’t get fooled again”.
Per l'occasione il Boss ha premiato Townshend con uno Stevie Ray Vaughan Award, riconoscimento riservato a personalità di spicco della scena musicale mondiale impegnate nel sostegno del MusiCares MAP Fund: il rocker del New Jersey non ha mancato di ricordare la sua prima esperienza a un concerto della storica formazione rock britannica, avvenuta nel 1967 nella "sua" Asbury Park. Questo l'aneddoto raccontato da Springsteen:
"Ero un giovane dalla faccia brufolosa che stava cercando di racimolare abbastanza soldi per andare al suo primo vero concerto. Pete e gli Who erano dei giovani brufolosi con un contratto discografico, un tour e una rude e aggressiva magia. Erano in giro come spalla degli Herman’s Hermits, e in questo non c'era giustizia. Così mi sono accomodato nella mia sedia della Convention Hall aspettando che il casino cominciasse. Il primo gruppo erano tali Blues Magoos da New York: avevano questi abiti illuminati elettricamente, che si accesero contemporaneamente allo spegnimento delle luci in sala. Per l'epoca, era una sorta di effetto speciale di alto livello. Poi sono arrivati gli Who e hanno suonato per poco più di mezz'ora. Pete, in una nuvola di fumo, ha sfasciato la sua chitarra sbattendola contro il pavimento e gli amplificatori. La platea era piena di ragazzine che non aspettavano altro che 'Mrs. Brown, you’ve got a lovely daughter' [brano degli Herman's Hermits]. Tutto quello che ho capito è che quella musica e la distruzione di quegli strumenti bellissimi mi avevano riempito di gioia, e da allora non mi sono più guardato indietro"