Vittime di ondate cicliche di British Invasion a partire da quella storica capeggiata nel 1964 dai Beatles, gli americani si prendono ogni tanto qualche rivincita sui cugini d’Oltreoceano: non accadeva da oltre dieci anni ma è successo di nuovo nel 2003, come confermano le statistiche compilate dall’associazione inglese dei discografici BPI. Lo “Statistical handbook 2004” pubblicato a cura dell’organizzazione di categoria sottolinea infatti il sorpasso effettuato dagli artisti americani ai danni delle glorie locali: nei dodici mesi precedenti la discografia USA si è accaparrata il 45,4 % del mercato inglese piazzando Justin Timberlake, Christina Aguilera e Norah Jones nella Top 5 dell’anno alle spalle di Dido, titolare dell’album più venduto del periodo.
Con poche eccezione, le produzioni inglesi hanno arrancato: raccogliendo in patria solo il 42,3 % delle vendite, 16 punti percentuali in meno rispetto a solo sei ani fa e nonostante l’affacciarsi sulla scena di nuovi talenti da classifica come Keane, Katie Melua e Joss Stone.
L’onore britannico è salvo sul mercato dei singoli, dove gli artisti di casa si sono aggiudicati (sempre nel 2003) il 47,2 % delle vendite; ma anche qui gli americani confermano la crescita di popolarità oltre Atlantico, passando dal 27 al 34,6 % (e in testa alle classifiche UK, oggi, c’è Usher…). Al resto del mondo rimangono come sempre le briciole: l’Irlanda è terza nella classifica degli album, con una quota del 2,7 % (in discesa: mancavano gli U2…); la Russia si aggiudica l’1,4 % dei singoli grazie all’effetto, peraltro già svaporato, delle t.A.T.u..
Con poche eccezione, le produzioni inglesi hanno arrancato: raccogliendo in patria solo il 42,3 % delle vendite, 16 punti percentuali in meno rispetto a solo sei ani fa e nonostante l’affacciarsi sulla scena di nuovi talenti da classifica come Keane, Katie Melua e Joss Stone.
L’onore britannico è salvo sul mercato dei singoli, dove gli artisti di casa si sono aggiudicati (sempre nel 2003) il 47,2 % delle vendite; ma anche qui gli americani confermano la crescita di popolarità oltre Atlantico, passando dal 27 al 34,6 % (e in testa alle classifiche UK, oggi, c’è Usher…). Al resto del mondo rimangono come sempre le briciole: l’Irlanda è terza nella classifica degli album, con una quota del 2,7 % (in discesa: mancavano gli U2…); la Russia si aggiudica l’1,4 % dei singoli grazie all’effetto, peraltro già svaporato, delle t.A.T.u..
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