Iniziano a trapelare, tramite i documenti processuali, dettagli più precisi sul caso che vede Phil Rudd - batterista degli AC/DC - nei guai con la giustizia. L'uomo è accusato di detenzione di sostanze stupefacenti, ma soprattutto di aver minacciato di morte due persone.
Proprio questa seconda accusa era la più nebulosa a livello di particolari. Ora però, grazie a un articolo del "Guardian", è possibile fare un po' di luce sul caso. La testata, dopo aver preso visione dei documenti processuali - che sono stati resi pubblici durante la giornata di venerdì 5 dicembre - riporta che Rudd avrebbe minacciato telefonicamente di morte un uomo e la figlia di quest'ultimo - una bambina di appena 10 anni. L'identità dell'uomo è ancora segreta, ma pare si tratti di un imprenditore edile.
Non è chiara la natura dei rapporti fra Rudd e il fantomatico imprenditore, ma è assodato che il batterista fosse furioso nei suoi confronti - tanto da fare una telefonata a un suo conoscente, in cui gli spiegava come avrebbe voluto fare uccidere l'uomo e la figlia. Un'uscita, questa, che inizialmente gli è valsa anche la ben più grave accusa di avere tentato di assoldare un sicario per far uccidere due persone. Il capo d'accusa è però, poi, stato fatto cadere.
Rudd, che si è dichiarato non colpevole durante le fasi preliminari del processo, nega di avere fatto entrambe le telefonate. Il processo riprenderà il prossimo 10 febbraio e la situazione sarà vagliata da un giudice che delibererà: Rudd rischia fino a sette anni di detenzione, se le cose si mettessero male per lui.
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07/12/2014