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27/04/2004
Raf presenta “Ouch”: ora che produco i miei dischi sono creativamente più libero
“Da quando si è interrotta la collaborazione con Bigazzi, produco i miei dischi da solo e mi sento creativamente più libero”. Così commenta Raf il suo nuovo corso artistico, che in questi giorni aggiunge un’altra tappa con “Ouch”, anticipato dal singolo “In tutti i miei giorni”. “Rispetto ai successi del mio passato come ‘Ti pretendo’ o ‘Self control’", prosegue Raf riaffermando la propria integrità creativa, "in cui ero obbligato a seguire i cliché del pop, adesso cerco di trasgredire quelle regole. Con questo album ho cercato di sperimentare nuove formule pop diverse dagli schemi tradizionali. Ad esempio ‘In tutti i miei giorni’ non ha nemmeno un vero e proprio ritornello”. Raf rinnega il proprio passato in toto? “Non proprio. Sicuramente da Bigazzi ho imparato molte cose, un brano come ‘Self control’ è stato cantato persino in Vietnam, ma questa collaborazione ha sviluppato in me una certa schizofrenia. Ho subito la forte personalità di Bigazzi e molte imposizioni a livello creativo. Ho solo il rimpianto di non aver avuto più potere decisionale su quei dischi, che magari avrei fatto uscire con arrangiamenti diversi”. Tornando al nuovo album, colpisce subito un titolo insolito come “Ouch”, che Raf spiega essere una espressione onomatopeica scelta per sdrammatizzare il contenuto sociale e di protesta del testo. “E’ una sbarazzina esclamazione di dolore, presa dal linguaggio anglo-americano dei fumetti, che significa ‘Ahia!’. Nel testo parlo della differenza fra il mondo dei poveri e quello dei ricchi, oltre che delle scarse iniziative a livello governativo per risolvere i problemi reali. Ma parlo anche del petrolio, della necessità di trovare forme energetiche alternative e di come nascano guerre intorno a questo problema. Infine, me la prendo con la televisione, che ha sempre più un ruolo di servilismo, subordinata a una parte politica piuttosto che un’altra: è un veicolo di rimbambimento delle persone. Ma non voglio assolutamente fare propaganda o strumentalizzare questi argomenti nei riguardi dei miei fan. Ai contenuti di denuncia ho contrapposto un andamento musicale techno-pop frivolo e un titolo ironico”. Ma Raf rimane pur sempre un cantore dell’amore? “I media e i network hanno sempre preferito occuparsi delle mie canzoni d’amore, ma ci tengo a far notare che nei miei dischi affronto anche altri aspetti e inserisco sempre almeno una canzone di sensibilizzazione e osservazione della realtà. In questo senso ‘La prova’ aveva un testo che anticipava molti orrori di oggi”. Dal punto di vista musicale “Ouch” spazia dal pop al rock, alla techno anni ’80, al rap e a certe atmosfere jazzy. “Considero ogni mio disco come un contenitore di vari generi musicali. Mi piace che l’approccio musicale sia il più eterogeneo possibile”. Fra i brani, “Estate in città” porta la firma di Mario Venuti. Com’è nata questa collaborazione? “Conoscevo Mario dai tempi coi Denovo, poi ci siamo persi di vista. Tre anni fa, tramite amici in comune, mi aveva fatto ascoltare questa canzone, che ho deciso di affrontare adesso. Mario Venuti è un ottimo autore e sono felice che oggi possa vivere un momento di meritata popolarità. C’è poi una collaborazione con Filippo Gatti degli Elettrojoyce, con cui ho scritto ‘Il senso delle cose’”. Il singolo “In tutti i miei giorni” è rappresentato nel disco da due versioni. “Giocando in studio è venuta fuori questa seconda versione che ci è piaciuta subito. Non mi andava di affidare il remix ad un DJ”. L’album contiene anche una traccia multimediale, realizzata con la collaborazione di Legambiente – di cui Raf è uno dei testimonial -, che illustra le attività dell’associazione e un progetto per portare acqua negli orti scolastici dell’Ecuador. “Il mio sostegno a Legambiente è nato come un fatto strettamente privato, che poi ho voluto rendere pubblico per consentire loro di avere maggiore visibilità. Ho stanziato una cifra, che potrà aumentare se il disco supera una certa soglia di vendite, e sponsorizzato il progetto dedicando una pagina informativa nel booklet”. Contemporaneamente a “Ouch”, uscirà per Mondatori il libro “Cosa resterà…”, scritto da Raf a quattro mani con Domenico Leggeri. “In vent’anni di carriera non ho mai scritto o autorizzato una biografia. Così, mi sembrava interessante – per una persona timida come me – confidare in un libro il mio percorso artistico e umano: un ragazzo che nasce in Puglia, a sedici anni si trasferisce a Firenze, ha una parentesi londinese di due anni… In pratica mostra come si può diventare un cantante di musica pop, come sono nati i miei progetti discografici e le canzoni”. Raf partirà con un tour a giugno.