Se rivuole la Maverick, Madonna dovrà pagarla cara: parola di Warner

Sessantasei milioni di dollari: a tanto ammonta, secondo Warner Music, il deficit accumulato dall’etichetta di Madonna dal 1999 fino ad oggi.
E tanto (anzi di più: 90 milioni di dollari) dovranno mettere sul piatto la star italo-americana e il suo socio Guy Oseary, se vorranno riprendersi il controllo assoluto della joint venture creata undici anni fa con la major americana, come hanno ventilato di voler fare dopo averla trascinata in tribunale per presunte inadempienze contrattuali (vedi News). Questa, almeno, è la versione dei fatti resa dai legali Warner al giudice del Delaware chiamato a dirimere la vertenza tra i due “coniugi” oggi in profonda crisi matrimoniale: “Le pretese, inventate e destituite di ogni fondamento, della Maverick”, si legge nelle carte processuali depositate dalla multinazionale, “hanno il solo obiettivo di intralciare le regolari procedure di compravendita e di assicurarsi un esito della vicenda più favorevole di quanto risulterebbe in base ai contratti in vigore”. .
L’accordo di joint venture tra Maverick e Warner scade infatti a fine anno, e la clausola di subentro al 100 % di una delle parti prevede che la procedura di trasferimento delle quote abbia inizio entro l’estate. Da contratto, Maverick ha facoltà di fare la prima offerta. Ma al valore concordato per il subentro nella quota di Warner, secondo quest’ultima, dovrebbe aggiungere altri 90 milioni di dollari, a copertura delle perdite di gestione e di prestiti precedentemente concessi. I legali di Warner sono convinti che il team di Madonna non abbia la volontà o il denaro sufficiente per condurre a buon fine l’operazione, e che a quel punto sarà la major a rilevare il 100 % dell’etichetta. Di lì il presunto tentativo di Maverick di forzare la situazione, chiedendo al tribunale 200 milioni di dollari in risarcimento danni, contestando al partner la violazione degli accordi contrattuali e manovre contabili scorrette (Warner avrebbe addebitato ricevute e spese inesistenti per ridurre artificiosamente il valore patrimoniale dell’azienda).
Creata circa undici anni fa, la joint venture tra Warner e Maverick (che ha sotto contratto artisti come Alanis Morissette e Michelle Branch) era stata già rinegoziata nel ’99, garantendo all’etichetta di Madonna il 60 % degli introiti. Ma, secondo Warner, proprio a partire da quella data l’etichetta non avrebbe più generato alcun profitto.